Un evento imperdibile, da 20 anni, per la business travel Industry italiana è il BizTravel Forum organizzato dal gruppo Uvet che, come esordisce il patron Luca Patané all’apertura del consueto primo forum mattutino, “vuole guidare il settore e il cambiamento. Come sempre“. Cambiamento dovuto per il mondo del travel, visto che periodicamente sconta qualche crisi internazionale, come sottolineato da Corrado Panzeri, partner presso The European House-Ambrosetti: “solo negli ultimi tre anni abbiamo registrato ben 17 elementi di crisi che toccano più settori, creando una Perma-Crisi, com’è stata definita da Collins“.
Ma crisi “alle quali il travel, e noi in particolare, abbiamo sempre reagito e siamo ripartiti. Come ora. Il 2024 sarà un anno di consolidamento. Ma questo non vuol dire che siamo negativi. Anzi non lo siamo mai stati“. E mai, conoscendo un poco Luca, lo sarà.
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Malgrado la Perma-crisi, il rilancio del BT
“Il travel, e il Business travel in particolare, ha una grandissima capacità di ripresa: già nel ’22 i viaggi d’affari globali erano cresciuti del 47% sull’anno prima, raggiungendo i 1.000 miliardi di dollari di spesa, e già nel 2024 vi sarà un completo recupero del settore. Che, ricordiamo, nel mondo dei viaggi è stato quello più resiliente” spiega l’Head of Account Management Southern Europe di Travelport Sandro Gargiulo.
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“Dopo il boom dello scorso anno e della scorsa estate del turismo, sui nostri treni è tronato anche il Business Travel, anche quei settori, come le banche o le assicurazioni, che ci hanno messo tanto tempo a ripartire. Vediamo che nelle aziende si sta cercando di trovare un nuovo punto di equilibro tra smart working e lavoro in ufficio, tra meeting online e in presenza” afferma Pietro Diamantini, Direttore Divisione Business AV di Trenitalia, che aggiunge: “finalmente stiamo un po’ comportandoci come Paese, facendo accordi con altre società come ITA Airways, per migliorare l’esperienza di viaggio di tutti i viaggiatori”.
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“Una ripresa inaspettata“. Potrebbe essere questo un titolo di un film. Ma è quanto ci dice Andrea Tucci, il Vice President di SEA Milan Airports. Malgrado le guerre che hanno impattato su Sea “per il 6% a causa della guerra in Ucraina e del 4% quello in Medio Oriente“, commenta Tucci. Anno in cui si è visto un 51% di viaggiatori incoming contro un 49% di outgoing, numeri mai visti in uno scalo che vede del traffico point to point il suo percorso di sviluppo, “l’85% dei nostri viaggiatori lo sono“, dice il manager, grazie a una ampissima catchment area, e al fatto che si dovette reinventare – benissimo, visto i risultati – dopo il de-hubbing di Alitalia nell’ormai lontano 2008.
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Ita Airways che, anch’essa, pur sottolineando la “giovinezza” del vettore (anche se nasce dalla fu-Alitalia di cui sopra) , snocciola numeri che evidenziano la ripresa del settore. E che “accompagnano” la compagnia italiana tra le braccia di Lufthansa. Con un’ottima contribuzione da parte del Business Travel, grazie anche a 1,7 milioni di iscritti al programma di loyalty Volare e 26.000 business travel che hanno aderito al programma corporate, “programma che è stato in attivo lo scorso anno e che lo sarà anche il prossimo” spiega la Chief Commercial Officer di Ita Airways & CEO di Volare Emiliana Limosani, che aggiunge come le operazioni continuano a crescere. Grazie anche ai nuovi aeromobili in arrivo: “da 53 aeromobili siamo passati a 81 oggi e chiuderemo l’anno con 83. Che saliranno a 96 nel 2024, il 50% di nuovissima generazione“.
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