Univ’AirPlus compie dieci anni e li festeggia con una grande torta e tanti contenuti interessanti spiegati da panellist importanti, figure di rilievo del mondo accademico e dell’industry.
“Iperconnessione, semplificazione del processo del viaggio, MICE, l’AI Generativa, l’industry cambia a grande velocità” ha spiegato Cecilia Pantaleo, Country Manager, AirPlus Italia in apertura dei lavori. “Ma anche il cambiamento del MICE, i pagamenti smart e simple, sostenibilità, con il fattore umano sempre al centro, saranno questi i temi principali della nostra giornata”.
Promessa mantenuta, perché anche quest’anno Univ’Airplus si è confermato come uno degli appuntamenti imperdibili per il settore del business travel.
Un piano Marshall per l’Italia
Ha preso quindi la parole Carlo Alberto Carnevale Maffè, Docente di strategia, Bocconi University School of Management. L’intervento del prof. Maffè si è’ concentrato sull’intelligenza generativa, una tecnologia che ormai ha invaso la quotidianità di chiunque lavori in questo mondo, ma non solo. Secondo i dati riportati da Maffè, le performance della Generative superano quelle umane in molti campi: “Un esempio significativo, su GPQ4 (General Purpose Question Answering), ChatGPT 01 ottine il 78, 3% rispetto ai PHD che si fermano a 65%. Quello a cui stiamo assistendo è il passaggio dall’AI Generativa all’AI inferenziale. Questo significa che oltre il ‘pre-training’, 01 segue una ‘catena privata di pensieri’ che migliora i risultati in funzione del tempo di elaborazione“.
Seguendo questa logica, è facile ipotizzare che l’AI avrà un impatto molto elevato su specifici processi business. “Ma questo sarà un impatto asimmetrico sulla produttività globale -ha continuato Maffè- di cui beneficeranno maggiormente le economie ‘data-rich’. Se prendiamo il benchmark dei brevetti in ambito AI, la Cina ha oltre il 61%, gli USA solo il 21%, tutta l’Europa non supera il 2%“. Quindi è accaduto quello che fino a pochi anni fa era ritenuto impensabile: la Cina ha smesso di copiare e noi abbiamo smesso di innovare.
“Quindi da un parte abbiamo la Cina in 20 anni che ha allargato la sua azione fino ad ‘invadere’ oltre 60 categorie di prodotto tipiche del Made in Italy. Dall’altra gli USA guidano il mondo nello sviluppo dei ‘foundation model’ per AI Generative con un punteggio schiacciante di 109 a 7. Queste azioni si traducono in un investimento di centinaia di milioni di dollari. Mentre l’Europa sta a guardare dalla finestra e lesina i fondi per le start-up AI che arrivano a 1.000, in America sono a quota 5.000 “.
Nel Vecchio Continente vince ancora il mattone rispetto alla tecnologia. Un quadro desolante che diventa allarmante quando si a va fondo e si guarda dove si investe e come. Non solo le imprese europee hanno una sorta di timore rispetto all’innovazione ma il poco che investono, lo investono male perché si muovono in ordine sparso. E se disaggreghiamo i dati, chi sarà il fanalino di coda UE? Ovviamente l’Italia “Che dal 2000 a oggi è l’unico tra i grandi Paesi europei che non è riuscito a crescere e la cui bassa produttività è alla radice della stagnazione“. Bene, questo è il quadro -usiamo un eufemismo- complicato in cui ci muoviamo. Ma c’è una soluzione? Una luce in fondo al tunnel?
Maffè parla di un ‘piano Marshall da 800 miliardi, all’anno per 5 anni: “Servirebbero 450 miliardi l’anno per la transizione energetica, 150 per le tecnologie digitali, 50 per difesa e sicurezza, 100/150 per produttività e innovazione. E tutto questo, perché risulti efficace, dovrebbe arrivare da un bilancio federale e non frammentato per 27 Paesi“.
Come è cambiato e come cambierà il Business Travel
Rispetto al tema della trasformazione del Business Travel è intervenuta Francesca Benati, Senior Vice President Travel Sellers Europe & Managing Director Italy, Amadeus: “Il travel è un mondo complesso che cambia velocemente. Per il 2040 si parla di 8 milioni di viaggiatori, un numero imponente che le compagnie aeree dovranno gestire. In questo momento l’obiettivo dei vettori è superare la vendita delle destinazioni per riuscire a vendere processi e diventare quindi dei ‘modern retailing’. Di conseguenza i sistemi informativi dovranno adeguarsi immediatamente perché i clienti pretendono sistemi altamente digitalizzati“. Un processo che deve essere realizzato velocemente considerato che molte infrastrutture poggiano su sistemi obsoleti, che non sono interoperabili.
“L’experience è l’elemento cardine. Non possiamo prescindere dalle esigenze del viaggiatore che è iperconnesso e ‘pretende’ la semplificazione dei processi. A questo si aggiunge la personalizzazione del viaggio, i content creator sono in grado di spostare i trend in modo importante, un esempio è Amsterdam. I video su Tik-Tok hanno fatto crescere dell’85% la richiesta per hotel e voli della capitale dei Paesi Bassi. Sono in grado di creare con l’utente un modello che non è più transazionale ma è conversazionale”.
Ma una volta ‘convinto’ a partire il viaggiatore dovrà compare i biglietti e di nuovo si troverà a un’interfaccia rimasto agli anni ’80. “Se trasliamo il discorso e ci focalizziamo sul BT, anche qui la personalizzazione sta diventando sempre più importante. Quindi le travel policy molto rigide andrebbero evitate, mentre va tenuto sempre ben presente che il Bleisure sta diventando una realtà sempre più diffusa“.
Il numeri del MICE crescono
Maria Guadalupe Lucasevich, Chief Business Officer, YEG ha presentato un’analisi precisa e approfondita sul tema del MICE: “La pandemia è stata dirimente per gli eventi, ci sarò un prima e dopo molto netto. La ‘lezione digitale’ che abbiamo imparato non può essere messa da parte anche se siamo tornati in presenza“. E a conferma il tasso di crescita del settore è importante, + 39,5% nel 2023 e un probabile +27% nel 2024. “Si tratta di un sistema complesso -ha continuato Guadalupe- dove alcune ‘keyworld’ sono fondamentali come: tecnologia digitale, creatività, sostenibilità“.
Così come per il travel, anche rispetto agli eventi si è registrato un aumento della spesa, un punto di osservazione privilegiato in questo senso è quello di Anna Maria Lubrano Lavadera, Associate Director Account Development Manager, AirPlus International: “Noi siamo trasversali a tutta la filiera e sappiamo bene quali sono gli aspetti sfidanti: tecnologia abilitante, l’aspetto finanziario e quello dei pagamenti. I direttori finanziari hanno davanti tre step: minimizzare i rischi, semplificare e ottimizzare i processi e rispettare le scadenze“. I pagamenti toccano ogni fase dell’evento. Si parte con la strutturazione e quindi la pianificazione del budget, prenotazione della location e quindi il pagamento degli acconti. Durante l’evento con le spese per il catering, per gli omaggi e i servizi di consegna. Post evento, con il saldo dei fornitori, la riconciliazione e il reporting. “La suite di soluzioni Airplus assicura una gestione flessibile di tutte le spese pre, on site e post evento” ha concluso la Lavadera.
“Uno scenario complesso – è intervenuto Andrea Cairoli, Global Travel & Expenses Systems & Services, CNH – perché ogni attore presenta deli issues specifiche. La risposta, anche in questo caso dipende dalla tecnologia. Un aspetto da cui il travel ed expenses manager non può prescindere, perché deve seguire il processo end to end”. In pratica la travel police non basta più, serve la Experience Police. “Ci stiamo lavorando” ha terminato con un sorriso Cairoli.
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