Il turismo congressuale in Italia cresce a doppia cifra

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I Dati dell'Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (OICE) registrano un + 12% rispetto al 2022.

Secondo l’OICE -Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi- nel 2023 in Italia sono stati realizzati complessivamente 340.057 eventi, con un aumento del 12% rispetto al 2022. I partecipanti sono stati 27.152.890, con un incremento del 28%, mentre le presenze hanno raggiunto quota 41.835.932 , segnando una crescita del 31,9% rispetto all’anno precedente. Questi numeri indicano una piena ripresa del settore dopo lo stop imposto dalla pandemia di Covid-19, come il leisure, quindi, anche il turismo congressuale italiano sta vivendo una stagione positiva. Sono i dati di una ricerca che ha considerato eventi e congressi con un minimo di 10 partecipanti ciascuno e della durata minima di 4 ore. La raccolta dei dati è avvenuta nel periodo gennaio-aprile 2024 e si è avvalsa di un questionario distribuito online a 5.644 sedi operanti in Italia nel settore dei congressi e degli eventi.

Il MICE italiano gode di buona salute ed è in questo trend che si inserisce una fase di profondo cambiamento della meeting Industry” ha commentato Gabriella Gentile, Presidente di Federcongressi&eventi.Eventi e congressi hanno oggi una qualità sempre più elevata e richiedono sedi avanzati dal punto di vista dei servizi e delle tecnologie, oltre a personale formato e costantemente aggiornato. Parallelamente, i grandi flussi turistici e l’aumento del tasso di occupazione alberghiera nelle destinazioni tradizionalmente MICE stanno spingendo gli organizzatori a scegliere anche sedi fuori dai circuiti più consolidati, favorendo così non solo la destagionalizzazione ma anche la delocalizzazione del turismo.”

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I dati degli eventi: dove si fanno e chi li fa

La maggior parte dei congressi e degli eventi, il 59%, si è svolta al Nord Italia, mentre il 24,7% ha avuto luogo al Centro, il 10,2% al Sud e il 6,1% nelle Isole. Gli alberghi congressuali restano la tipologia di sede più utilizzata, con il 77,8% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico-congressuali hanno accolto il 3,1% degli eventi, con una crescita significativa rispetto al 2022 sia in termini di giornate (+33,9%) che di presenze (+54,7%). Le dimore storiche non alberghiere, come abbazie, castelli e ville, hanno ospitato il 2,5% degli eventi.

Le aziende sono i principali promotori degli eventi, organizzando il 66,3% del totale, con un incremento di 13,5 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente. Le associazioni seguono con il 22,3% degli eventi. Per quanto riguarda la provenienza dei partecipanti, gli eventi internazionali e nazionali stanno riprendendo vigore con la cessazione delle restrizioni pandemiche, anche se circa la metà degli eventi continua ad avere una dimensione locale.

Gli eventi valorizzano il territorio

I risultati della ricerca evidenziano due aspetti fondamentali della meeting Industry italiana” ha sottolineato Roberto Nelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio e docente di Marketing all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Da un lato, l’evoluzione delle sedi per eventi e congressi, che testimonia il processo di cambiamento in atto nella struttura dell’offerta, adattandosi alla domanda del mercato in continua trasformazione. Dall’altro lato, la vitalità dei territori, che valorizzano sempre meglio sia la loro vocazione culturale che le diverse specializzazioni produttive dei sistemi locali.”

Il 44% delle sedi si trova nei comuni del cluster della “Grande bellezza”, che accolgono il 54% dei partecipanti totali agli eventi in Italia. Il 22% delle sedi è collocato in aree specializzate nel “Made in Italy”, ospitando il 19% dei partecipanti, mentre i sistemi urbani ad alta specializzazione in attività terziarie, che rappresentano il 18% delle sedi, aggregano il 27% dei partecipanti totali . “Questi dati dimostrano quanto la meeting industria possa contribuire allo sviluppo delle imprese nella prospettiva della network economy“, ha concluso Nelli.

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