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Vettori Usa contro l’amministrazione Biden: battaglia legale per le tariffe nascoste

In questo articolo

Le principali compagnie aeree americane sfidano la nuova regola del Dipartimento dei Trasporti sull'obbligo di trasparenza delle tariffe

Le compagnie aeree degli Stati Uniti si trovano al centro di una battaglia legale contro l’amministrazione Biden per bloccare l’attuazione di una regola che richiederebbe loro di divulgare tutte le tariffe associate all’acquisto di un biglietto. Questo movimento ha scatenato polemiche tra le parti coinvolte, sollevando domande sulla trasparenza e sulle informazioni fornite ai consumatori durante il processo di prenotazione dei voli.

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Le compagnie aeree americane difendono la loro posizione

Le principali compagnie aeree degli Stati Uniti, tra cui American, Delta, United, insieme a JetBlue, Alaska e Hawaiian, insieme al loro gruppo commerciale di settore, Airlines for America, hanno intentato una causa federale contro il Dipartimento dei Trasporti.

La sfida giuridica solleva dubbi sulla giurisdizione del Dipartimento dei Trasporti e sulla validità della nuova regola, affermando che questa potrebbe confondere i consumatori durante l’acquisto dei biglietti con un’eccessiva quantità di informazioni. Non solo, sostengono che l’agenzia stia andando oltre la sua autorità cercando di “regolare le operazioni commerciali private in un mercato prospero”.

La risposta del Dipartimento dei Trasporti

Il Dipartimento dei Trasporti ha dichiarato di voler difendere fortemente  la regola contro le “tariffe nascoste”, sottolineando l’importanza della trasparenza e della protezione dei consumatori nell’ambito delle pratiche commerciali delle compagnie aeree. La nuova regola, annunciata il 24 aprile, imporrebbe alle compagnie aeree di divulgare anticipatamente tutte le spese aggiuntive, come quelle per il bagaglio e le modifiche alle prenotazioni, stimando un risparmio potenziale per i consumatori di oltre 500 milioni di dollari all’anno. E questo alla luce dei reclami registrati negli anni relativi alle tariffe accessorie per un totale di 2.442 nel 2022, rispetto ai 1.097 del 2021, ai 1.623 del 2020 e ai 927 del 2019.

Come parte del nuovo insieme di regole, le compagnie aeree dovrebbero anche emettere rimborsi automatici ai passeggeri per voli significativamente ritardati o cancellati.

“Difenderemo vigorosamente la nostra regola che protegge le persone dalle tariffe nascoste e assicura che i viaggiatori possano vedere il prezzo completo di un volo prima di acquistare un biglietto. Molti viaggiatori aerei saranno delusi nell’apprendere che la lobby delle compagnie aeree sta facendo causa per fermare queste protezioni di buon senso”, ha dichiarato in una nota il dipartimento.

Le compagnie aeree riaffermano il loro impegno per la trasparenza

Le compagnie aeree hanno comunque deciso di portare avanti le loro scelte, sostenendo un impegno attivo nel rendere i consumatori consapevoli delle tariffe accessorie e delle opzioni disponibili durante il processo di prenotazione. Non solo, hanno sollevato preoccupazioni sulla possibilità che l’implementazione della nuova regola possa portare reali benefici per i consumatori.

” Non è possibile dimostrare per DOT che i consumatori non siano in grado di ottenere informazioni sulle tariffe accessorie. Tra l’altro, oltre alle divulgazioni richieste dalle normative esistenti, le compagnie aeree sono impegnate in pubblicità competitive che sottolineano sconti e vantaggi sulle tariffe accessorie quando promuovono i loro programmi di fedeltà. Insomma, la nuova normativa è una pessima soluzione che non risolve nessun problema” ha affermato A4A in un comunicato.

 

La sfida legale e le questioni politiche

La controversia solleva importanti questioni legali e politiche, con le compagnie aeree che contestano la giurisdizione del Dipartimento dei Trasporti e la validità delle nuove regole. Le sfide legali potrebbero rappresentare un ostacolo significativo per l’attuazione della regola stessa, sollevando domande più ampie sulla politica di regolamentazione del settore aereo negli Stati Uniti e sull’equilibrio tra la tutela dei consumatori e la libertà delle imprese. Mentre entrambe le parti cercano di difendere le proprie posizioni, resta da vedere quale sarà l’esito finale di questa controversia e quali saranno le implicazioni per i consumatori e per il settore nel suo complesso.

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