Mentre i viaggi di lavoro possono rappresentare un’opportunità per esplorare nuove culture e stringere relazioni professionali, un numero crescente di studi dimostra che viaggiare frequentemente per lavoro può avere un impatto negativo sulla salute mentale dei dipendenti. Anche in Italia, questa problematica sta diventando sempre più rilevante.
Un recente sondaggio condotto da Opinium per conto di World Travel Protection ha coinvolto 500 viaggiatori d’affari australiani. I risultati hanno rivelato che quasi metà degli intervistati (47%) ritiene che i viaggi frequenti aumentino lo stress e il burnout. Questo dato sale al 56% per coloro che viaggiano almeno una volta ogni due mesi.
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Il lato oscuro dei viaggi d’affari
Nonostante metà dei partecipanti al sondaggio abbia riportato un’influenza positiva dei viaggi di lavoro sul proprio benessere mentale, molte persone lottano con sensazioni negative durante i loro spostamenti. Le emozioni (negative) più comuni sono:
- Nostalgia della famiglia: 38%
- Stanchezza: 37%
- Ansia: 34%
- Stress: 32%
- Solitudine: 26%
Particolarmente preoccupante è l’incidenza di problemi di salute mentale come depressione, alta ansia e attacchi di panico, che affliggono il 48% dei viaggiatori, con un picco del 58% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni.
La ricerca di supporto
Di fronte a queste sfide, uno su quattro viaggiatori (27%) ha cercato supporto per la salute mentale. Questo numero aumenta a più di un terzo (36%) per i viaggiatori frequenti. Tuttavia, il 35% degli intervistati ritiene che la propria azienda non prenda seriamente il loro benessere durante i viaggi di lavoro.
Il ruolo dei datori di lavoro
Il Dr. Neil Slabbert, Chief Medical Officer Regionale (Asia-Pacifico) di World Travel Protection, sottolinea l’importanza di garantire la sicurezza e il benessere dei dipendenti. “Le organizzazioni hanno l’obbligo di garantire che i loro dipendenti si sentano supportati quando sono lontani da casa e dai loro cari, sia dal punto di vista della sicurezza fisica che della salute mentale,” afferma Slabbert.
Le aziende possono adottare diverse iniziative per supportare i loro dipendenti in viaggio, tra cui:
- Informazioni mediche pre-viaggio e intelligence sul paese di destinazione
- Supporto per videochiamate quotidiane con la famiglia o i parenti
- Installazione di app di benessere o meditazione sui telefoni dei dipendenti
- Piani d’azione solidi in caso di emergenza
La tendenza del bleisure
Un fenomeno emergente è il cosiddetto ‘bleisure’, una combinazione di lavoro e tempo libero, che sta guadagnando popolarità tra i viaggiatori d’affari. Quasi un terzo degli intervistati (28%) ha dichiarato che includere del tempo libero durante un viaggio di lavoro riduce lo stress e il burnout. Il 27% dei partecipanti ha dichiarato che sarebbe più propenso a rimanere in un’azienda che permettesse di inserire giornate personali nei viaggi di lavoro.
La psicologa Patrea O’Donoghue suggerisce che esperienze come esplorare la cucina locale, godere di momenti di tranquillità o interagire con i locali possono arricchire il viaggio e aiutare i dipendenti a sentirsi più connessi al momento presente. Questo può permettere loro di rilassarsi e ricaricarsi, migliorando il benessere generale e la produttività.
Inoltre, O’Donoghue consiglia di gestire proattivamente le aspettative con i datori di lavoro prima del viaggio, discutendo il carico di lavoro, i limiti e l’importanza del tempo libero per promuovere viaggi di lavoro più efficaci e sostenibili, così affermando:
“È importante mantenere le routine durante i viaggi di lavoro, che possono fornire stabilità e controllo in ambienti sconosciuti. Attenersi alla propria routine di esercizio e optare per pasti leggeri e nutrienti può anche aiutare a sentirsi più sé stessi.”
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L’esperienza italiana
Anche in Italia, i viaggi di lavoro sono un elemento cruciale per molte aziende, soprattutto in settori come la moda, il design e la tecnologia. Tuttavia, i dipendenti italiani non sono immuni agli effetti negativi dei viaggi frequenti. Un’indagine condotta dall’ISTAT nel 2023 ha rivelato che il 45% dei viaggiatori d’affari italiani soffre di stress correlato ai viaggi di lavoro, con un 40% che riporta sintomi di burnout.
Le aziende italiane stanno cominciando a riconoscere l’importanza del benessere dei loro dipendenti durante i viaggi d’affari. Diverse grandi aziende, come Eni e Fiat, hanno iniziato a implementare politiche di supporto, inclusi programmi di assistenza psicologica e opzioni di viaggio ‘bleisure’.
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