Immaginate di subito un ritardo aereo e di dover attendere otto anni per ottenere il rimborso dovuto. Sembra incredibile, eppure è quanto accaduto a Busto Arsizio, con relativo acceso dibattito sulla conformità delle procedure italiane alle normative europee.
Nel luglio 2022, quattro passeggeri del volo Londra-Marrakech operato da easyJet e un passeggero del volo Milano-Alicante di Ryanair hanno ricevuto ritardi superiori alle tre ore. Secondo il Regolamento (CE) n. 261/2004, avrebbero avuto diritto a una compensazione di 250 euro ciascuno. Entrambe le compagnie aeree hanno negato il rimborso, costringendo i viaggiatori a intraprendere un’azione legale tramite “RimborsoAlVolo”, una società specializzata nel settore.
La sorpresa maggiore è arrivata quando il Giudice di Pace di Busto Arsizio ha fissato l’udienza per queste cause al 15 febbraio 2030, otto anni dopo l’evento. Questo ritardo sollevativi sulla tempestività della giustizia italiana e sulla tutela dei diritti dei passeggeri.
I diritti dei passeggeri aerei, cosa dice il regolamento
Il Regolamento (CE) n. 261/2004 regole comuni in materia di compensazione e assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, cancellazione del volo o ritardo prolungato. In particolare, prevede che i passeggeri che raggiungono la destinazione finale con un ritardo pari o superiore a tre ore rispetto all’orario previsto abbiano diritto a una compensazione pecuniaria. L’importo varia in base alla distanza della tratta:
- 250 euro per distanze fino a 1.500 km;
- 400 euro per distanze tra 1.500 e 3.500 km;
- 600 euro per distanze superiori a 3.500 km.
È importante notare che la compensazione non è dovuta se la compagnia aerea può dimostrare che il ritardo è stato causato da circostanze eccezionali, come condizioni meteorologiche avverse o problemi di sicurezza.
La denuncia di “RimborsoAlVolo”
Giuseppe Conversano, amministratore delegato di “RimborsoAlVolo”, ha espresso preoccupazione per la lentezza del sistema giudiziario italiano in questi casi:
“Siamo in presenza di una palese violazione delle norme che prevedono una ragionevole durata dei processi. Una lentezza della nostra giustizia ancor più inaccettabile se si considera non solo la semplicità della causa, con il giudice che deve limitarsi ad accertare se il volo è arrivato o meno a destinazione in ritardo, ma anche il fatto che la normativa comunitaria valuta come gli indennizzi spettanti ai viaggiatori devono non essere automatici”.
La procedura per richiedere il rimborso
In teoria, ottenere un rimborso dovrebbe essere semplice. Dopo aver subito un ritardo significativo, il passeggero può contattare la compagnia aerea per richiedere la compensazione prevista. Se la compagnia rifiuta, il passeggero può rivolgersi a un organismo di tutela dei consumatori o intraprendere un’azione legale. Tuttavia, come evidenziato dal caso di Busto Arsizio, i tempi della giustizia possono essere estremamente lunghi, tanto che molti potrebbero essere scoraggiati dall’intraprendere questa strada.
Imprevisti come ritardi o cancellazioni possono capitare. In questi casi, è essenziale che i diritti dei passeggeri siano rispettati e che le procedure di rimborso siano rapide ed efficienti. Il caso di Busto Arsizio rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di migliorare il sistema attuale, affinché situazioni simili non si verifichino più e i viaggiatori possano affrontare eventuali disservizi con la certezza di una tutela adeguata.
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