Quante volte, quando scegliamo un ristorante o un hotel durante un viaggio di lavoro o una semplice vacanza, ci è capitato di affidarci alle recensioni di clienti e ospiti lasciate su siti come Google Reviews o TripAdvisor?
Dovete sapere che, molto probabilmente, quasi un terzo di quello che leggete su quelle piattaforme è molto probabilmente non reale. Questo fenomeno, che con l’avvento di internet ha conosciuto un vero e porprio exploit, si chiama Astroturfing.
Si tratta di un termine, coniato per la prima volta negli Stati Uniti verso la metà degli anni ’80 on il quale si intende una quantità spesso rilevante di recensioni positive o negative di un prodotto o di un servizio completamente false, al fine di influenzare le scelte dei consumatori.
Nonostante piattaforme come Google, Meta, Booking, TripAdvisor, Trustpilot o Yelp starebbero provando a premunirsi contro il fenomeno, il report The State of Fake Online Review redatto da BusinessDIT ha rivelato che il 30% delle recensioni dei clienti online sono da considerarsi non reali e create a tavolino per raccomandare o screditare un albergo o un locale.
Appare evidente quanto, questo tipo di attività altamente scorretta, possa provocare danni enormi tanto alle strutture ricettive quanto alle attività di ristorazione.
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Fare business basandosi su recensioni false
E dietro a questo continuo bombardamento di recensioni negative, come accade ogni volta per un fenomeno nocivo per qualcosa o qualcuno, si nasconde un vero e proprio racket. Sono molti infatti i ristoranti che vengono contattati tramite messaggi da malviventi che chiedono loro cifre di denaro più o meno ingenti (da poche centinaia fino a migliaia di euro) per aver recensioni positive sulle principali piattaforme.
Se il proletario dell’attività rifiuta quest’offerta disonesta, in pochi giorni viene letteralmente sommerso da decine se non centinaia di commenti negativi (ovviamente fasulli) lasciati su Google Reviews o TripAdvisor da utenti anonimi.
Questo fenomeno, che ha colpito moltissime attività in giro per l’Italia, viene “cavalcato” da veri e propri gruppi e agenzie che, sulle spalle degli esercenti, viziano in maniera molto grave un mercato che dovrebbe basarsi sulla meritocrazia.
Un danno che, oltre ad hotel e ristoranti, coinvolge soprattutto i business traveller e i più in generale viaggiatori, dal momento che “aumentano le stelle” di alberghi e locali che non le meritano affossando invece quelli che lavorano ogni giorno per garantire il miglior servizio possibile ai propri clienti in maniera onesta.
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Denunciare si può (ma è molto difficile)
Per cercare di far fronte a questo scempio, sono molti i ristoratori e gestori di alberghi che hanno deciso di procedere per vie legali, rivolgendosi ad avvocati per presentare querele e denunce.
Tuttavia la legge, anche in questo caso, incontra ostacoli non indifferenti. Pur esistendo dei provvedimenti di urgenza nei casi più gravi, spesso le persone che scrivono commenti negativi (e fasulli) sulle piattaforme di recensioni sono tutto fuorché facili da rintracciare.
L’iter per arrivare a smascherare i colpevoli è lungo, difficile e costoso. Motivo per il quale, nella stragrande maggioranza dei casi, chi riceve questi veri e propri ricatti telematici dopo un po’ desiste.
Infatti, a fronte di un danno all’immagine immediato, chi sporge contro queste persone una denuncia per diffamazione rischia di andare avanti per anni senza riuscire a cavare un ragno dal buco.
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