“È curioso che la Commissione blocchi la soluzione Lufthansa per Ita Airways“. Questo l’attacco, diretto, della premier italiana Giorgia Meloni durante il G20 indiano per un’operazione che noi, qualche giorno fa, definemmo “l’acquisto fantasma“.
Sembra una storia di burocratica follia, in quanto da Bruxelles ribadiscono che la notifica dell’accordo tra il vettore tedesco e quello italiano non è ancora arrivata. L’operazione, soggetta a ora una fase istruttoria, pare debba infatti ancora essere notificata dalle parti. Da quel momento scatterà il conto alla rovescia per l’ok dell’Antitrust europeo. Nel migliore dei casi, entro 25 giorni dalla notifica. Ma vediamo cosa c’è dietro.
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La privatizzazione in pillole
Ricordiamo che Ita-Airways ha cominciato a operare il 15 ottobre 2021 sulla tratta Linate-Bari, ricevendo da parte dello stato italiano ben 1,35 miliardi di capitale. E’ crescita in questi due anno, soprattutto grazie al completo rinnovamento della flotta.
Che l’ha resa appetibile a Lufthansa, che lo scorso maggio ha trovato l’accordo con il Tesoro per la cessione di una quota di minoranza del 41% attraverso un aumento di capitale di 325 milioni, con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanenti in un secondo momento, con l’obiettivo di portare Ita in utile in due anni.
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Fumo negli occhi o gli altri vettori ci hanno messo lo zampino?”
“attacco preventivo” pre-lettorale della Meloni o una deliberata strategica da parte di altri vettori per osteggiare questo matrimonio di Bravi memoria? Certamente il “vecchio” alleato Air France-KLM non vuole perdere il mercato italiano, e neppure le low cost sarebbero troppo contenti di questa unione. Sono loro a fare pressione sulla Commissione?
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