“Un tempo era trendy dire che si andava a Parigi, a Berlino, a Londra. Ora Parigi è diventata concettualmente demodé, perché è una città che non porta innovazione, Londra si è isolata dopo la Brexit e Berlino è uscita dai radar. Al contrario Milano è diventata sempre più appealing“. Non ha dubbi Simone Giorgi, general manager di Park Hyatt Milano (intervistato da Pambianco). Il capoluogo lombardo infatti sta facendo registrare numeri record alla catena che ha la sua struttura meneghina incastonata tra Duomo e Galleria Vittorio Emanuele.
Quest’estate infatti l’occupazione si è mantenuta in una forbice tra il 94% e il 96%, un risultato ancora più sorprendente a confronto con quello registrato solo 12 mesi fa, tra 70% e il 72%. Nonostante il caldo torrido, infatti, Milano è una meta estiva tra le più interessanti.
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Milano ora è “cool” (anche se pensava già di esserlo)
“Ora è cool dire che si va a Milano. Il capoluogo lombardo, insieme a Madrid, è diventato il ‘place to be’. Del resto, la città si è sviluppata in modo esponenziale su tutti fronti, quello artistico/culturale, la ristorazione, lo shopping, i trasporti con il rinnovato aeroporto di Linate. E anche le location vicino a Milano sono diventate delle top destination, come il lago di Como, il lago di Garda, il lago Maggiore, le Dolomiti”, ha spiegato Giorgi, che per i prossimi mesi prevede di chiudere l’anno a 45 milioni di euro (+41% sul 2023, a 32 milioni) e Adr a +40% con un tasso di occupazione attorno all’82%.
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La città è cresciuta e, mantenendo la clientela business, ha accelerato su quella leisure. A favore anche della durata media del soggiorno, raddoppiata (da 1,2 giorni si è arrivati a 2,4), con una clientela, oltre a quella nostrana, che arriva principalmente da Usa, Australia e Medio Oriente.
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