Durante il primo giorno della quarta edizione di Next Generation Mobility, di cui Fleet Magazine è Media Partner, si è tenuta la V Conferenza Nazionale sull’Urban Air Mobility e Advanced Air Mobility moderata – o, come ha detto lui – “agitata” dal Sergio Barlocchetti, pilota, certificatore, collega giornalista e quant’altro che ha sottolineato in apertura che “oggi c’è un’industria. E’ partita. Anche se c’è bisogno di accelerare le sperimentazioni. Perché c’è un problema di certificazioni e regolamenti. E nel settore aeronautico si dice che ‘solo quando la carta prodotta supera il peso dell’aeromobile questo può volare’. Perciò c’è bisogno di un agitatore. Per velocizzare il tutto“.
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Droni e taxi volanti alla prova di SMG Consulting
Ad aprire il dibattito da Los Angeles si è collegato Sergio Ceccutta, il founder di SMG Consulting che da anni pubblica un Indice di fattibilità nel settore Uam che noi pubblichiamo sempre. “Abbiamo preso in considerazione 29 società e di queste solo due al momento hanno raggiunto una certificazione: eHang e Autoflight, entrambe in Cina. Nel 2025, o all’inizio del 2026, probabilmente si avrà un serie di certificazioni anche negli States: con Joby, Volocopter, Archer o Beta. Anche se paesi come gli Emirati arabi e l’Arabia Saudita, che iter certificativi più friendly, potranno arrivare prima”. il commento del founder.
Boom di ordini. Ma pochi fermi.
Ceccutta riporta ben 18.300 ordini per il settore, ma sottolinea che quelli “fermi” sono pochi. Inevitabilmente comportando delle entrate di cassa minime. Perciò i milionari investimenti nel settore potrebbero presto finire per qualche operatore.
Gli ordini arrivano da 38 paesi, capitanati dagli Stati Uniti ove ci sono stati ordini per oltre 5 mila velivoli e quasi 3 mila in Cina, seguiti da Regno Unito, India e Brasile. Con gli operatori aeronautici tra coloro che si sono dimostrati i principali clienti, con le compagnie aree a coprire il 24,5% del totale ordine, le società di business aviation il 6,5%, e quelli di elicotteri al 7,7%.
Infrastrutture indietro
SMG Consulting analizza anche il mercato dei vertiporti, con un Index “un po’ fermo” dice Ceccutta che ad oggi sono più indietro. Con Skyports al primo posto. “Queste infrastrutture hanno un orizzonte di investimenti a 10-20 anni, perciò è difficile che lo facciano dei privati. C’è bisogno dei governi. Ad esempio il governo di Dubai è intervenuto e vi sono ben 4 vertiporti in costruzione” spiega Ceccutta.
Skyports che, insieme a Sea Milan Airports, grazie a una NewCo dedicata stanno pianificando il Masterplan per i vertiporti in Lombardia. Con orizzonte 2026/7: “ci basiamo su tre filoni; accordi con i costruttori e gli operatori, di recente abbiamo chiuso una collaborazione accordo con Lilium anche per le operation sui vertiporti stessi. Anche se, naturalmente progetteremo vertiporti agnostici, aperti a tutti gli operatori. Stiamo inoltre studiando il deployment del network e, naturalmente, lavorando con le autorità per l’aspetto regolatorio” commenta il direttore Advanced Air Mobility Business Unit Paolomaria Cappello.
Prima di Sea e Skyports però potrebbe arrivare sul mercato il primo vertiporto a Roma Fiumicino, che “dovrebbe esser pronto per il Giubileo” racconta Massimiliano Pane Head of Business Development and Finance di Urban V, società creata da Save Aeroporto di Venezia, Aeroporto di Bologna, Adr Aeroporti di Roma e Aeroporto di Nizza per la progettazione e gestione di vertiporti: “Con Enac abbiamo già pianificato il corridoio di volo scalo-città, ma lamentiamo ancora una regolamentazione urbana non definita e aspettiamo anche gli operatori. Dovrebbe essere Volocopter, ma...”.
Chi ha pochi dubbi su questa “nuova mobilità”, “non dobbiamo di re no al futuro” tuona il sindaco di Chioggia Mauro Armelao che, dopo aver incassato di recente la certificazione per il salvataggio in mare con i droni da Enac, vuole un vertiporto sia per il traffico passeggeri, “turisti, anche delle crociere di lusso di Viking e Azamara che attraccano qui, ma anche imprenditori della zona“, sia per quello merci, “abbiamo la prima flotta di pescherecci in Italia e i droni per il trasporto del pescato sarebbe utilissimo per noi. Visto che siamo fuori dalla grandi arterie stradali e ferroviarie”.
Enac tirata in ballo più volte con un accezione positiva. Perché proprio il piano 2021-2030 sui droni e gli Uam è stato preso come baseline dall’Ue per la Strategia Drone 2.0 dell’Europa: “Un piano che regolamenta quattro ambiti: Air Taxi; i trasporti Medici e la consegna merci – quella dove ci si attende un più rapido ritorno-; il supporto all’agricoltura; l’ ispezione e il monitoraggio” commenta Mario Salipante, della Direzione Regolazione e Ricerca Mobilità Innovativa di Enac.
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