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L’Italia è in testa nel bleisure, ma con il budget più basso d’Europa

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Una ricerca condotta da Alvarez & Marsal mette in luce la popolarità crescente dei viaggi d'affari arricchiti con giornate dedicate auna vacanza

L’Italia si conferma al primo posto nel trend dei viaggi bleisure, acronimo di business e leisure, pur disponendo di un budget inferiore rispetto alla media dei paesi dell’Unione Europea. Lo studio “Travel in Flux”, realizzato dalla nota società di consulenza Alvarez & Marsal, ha rivelato che nel corso dell’ultimo anno il 27% degli italiani ha scelto di adottare questa modalità di viaggio, posizionandosi davanti a nazioni come Spagna, Francia, Germania, Olanda e Regno Unito.

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Nuove dinamiche di turismo

L’analisi, effettuata su un campione di 3.800 viaggiatori a livello mondiale, svela un’inclinazione verso l’integrazione dei viaggi d’affari con esperienze di svago, favorita da una maggiore elasticità negli orari di lavoro. Quasi un terzo degli intervistati ha esteso i propri viaggi di lavoro per includere giorni dedicati al relax, con il 45% che ha colto l’occasione per arricchire l’esperienza lavorativa con la scoperta delle destinazioni visitate.

Questi risultati evidenziano un cambiamento significativo nelle dinamiche del settore turistico, che dimostra di essere resiliente e capace di adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori, sempre più orientati a ricercare un bilancio sostenibile tra vita lavorativa e personale. Nel suo discorso al Travel Innovation Day 2024, Erika Delmastro, Chief Travel Officer presso Europ Assistance, ha sottolineato come il bleisure stia diventando una componente essenziale per il futuro del turismo.

Bilancio economico e impatto ambientale

Ciononostante, il rapporto segnala che l‘Italia si confronta con una spesa per viaggi inferiore alla media europea. Se da un lato la spesa per i viaggi è cresciuta negli ultimi tre anni, dall’altro il 39% degli italiani investe meno del 50% della media UE.
Il focus sulla sostenibilità emerge come un altro dato significativo dello studio, con una grande parte dei rispondenti disposta a pagare di più per servizi che rispettino criteri ecologici. Questa consapevolezza si traduce in una maggiore attrazione verso le staycation e in una generale riduzione dei viaggi, con una preferenza per soggiorni meno frequenti ma più lunghi e attenti all’impatto ambientale.

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