Alea iacta est. Sembra proprio che il dado per la privatizzazione di Ita Airways, già Alitalia, sia tratto. E che a lanciare questo dado sia proprio quel fronte politico che del sovranismo fa il suo credo, spesso anche economico, e che vari suoi esponenti siano gli stessi che si opposero – per opportunità meramente politica? – alla sua privatizzazione a favore di Air France-KLM nell’ormai lontano 2008.
Pubblicato il decreto
La privatizzazione è giunta quindi al suo momento-verità con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale n.1 del 2-1-2023 del decreto della presidenza dei ministri per la Procedura di dismissione della partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze in ITA S.p.a. Dove nella premessa tra i vari decreti leggi richiamati, si risale addirittura al n.332 del 31 maggio 1994, convertito poi in legge nello stesso anno. E che fa capire come questa privatizzazione l’hanno voluta tanti governi, ma nessuno l’ha fatta veramente. Ora siamo al dunque con il Governo Meloni.
Alla ricerca di un partner industriale. Vero
Questo uno dei passaggi principali del decreto: “Considerato opportuno a tale scopo consentire che la dismissione della partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze in ITA S.p.a. possa essere realizzata in più fasi, fermo restando il riconoscimento in ogni fase al Ministero dell’economia e delle finanze di adeguati poteri a presidio del perseguimento dei detti obiettivi“. Ovvero: la privatizzazione si farà, ma anche in più fasi, e, comunque, il Mise rimarrà come azionista-controllore.
Lufthansa in pole ma la gara (ristretta) si riapre
Come scritto anche su queste colonne, Lufthansa è assolutamente il soggetto favorito per aggiudicarsi una fetta di Ita, ma nel decreto si legge che si è “Ritenuto opportuno, tenuto conto dell’ampiezza della ricerca già effettuata di soggetti potenzialmente interessati all’acquisizione e considerato che lo scenario di mercato di riferimento non risulta sostanzialmente mutato, limitare la procedura ai soggetti che hanno già partecipato alla procedura di cui al suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l’acquisto di una partecipazione nel capitale di ITA S.p.a. e che siano in grado di acquisire una partecipazione iniziale nella società ITA S.p.a. di entità tale da confermare la serietà dell’impegno oltre che di acquisirne successivamente il controllo o la maggioranza del capitale“. Quindi potrebbero rientrare anche in gioco il fondo Certares e Air France-KLM con Delta.
L’importanza del partner industriale
Che sia Lufthansa o che rientri in gioco Air France-KLM, l’importante è che “Nell’ambito degli offerenti deve essere necessariamente presente una compagnia aerea che deve acquisire la maggioranza del capitale oggetto di ciascuna fase dell’operazione. L’offerente, fermo quanto previsto dal periodo precedente, deve garantire che anche alla data dell’uscita del Ministero dell’economia e delle finanze dal capitale di ITA S.p.a. la maggioranza del capitale di questa sia detenuto da una compagnia aerea“. Insomma il partner industriale è essenziale per assicurare un futuro a Ita. Lo spera tutto (o quasi) il settore e, naturalmente, lo sperano tutti gli italiani. Augurandosi che non succeda come quando entrò un altro importante partner industriale, ovvero Etihad Airways che, invece di “salvare” Alitalia, la affossò (con o per colpa di qualche accolito all’interno della compagnia italiana…) definitivamente.