C’è anche il travel e l’ospitalità tra i settori strategici per il massiccio piano di investimenti che ha intrapreso l’Arabia Saudita per modernizzare la sua economia che va sotto il nome di Saudi Vision 2030. E una tappa importante di questo percorso si è tenuto oggi all’Hotel Gallia di Milano, dove si sta svolgendo primo Forum italo-saudita sugli investimenti, aperto dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, dal ministro delle imprese del Made in Italy Adolfo Urso e dal Ministro degli investimenti dell’Arabia Saudita Khladi Al-Falih.
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Alla ricerca di investimenti incrociati
Non è un caso che si sia scelta Milano per questo primo Forum di vestimenti tra i due paesi – che sarà bissato in Arabia Saudita – e che he coinvolto ben 1200 aziende, di cui 500 presenti nel capoluogo lombardo – accanto a oltre 150 rappresentanti dell’economia del Regno saudita – e 700 collegate da remoto, che hanno assistito alla sigla di un Memorandum of understanding tra il ministero delle Imprese e del made in Italy e il ministero degli Investimenti del Regno dell’Arabia Saudita.
“Sono già 157 le aziende italiane che operano in Arabia Saudita” ha ricordato il sindaco, sottolineando il ruolo della città che guida in questo “Nuovo rinascimento saudita” (per citare le parole di un ex-primo ministro italiano…), e diversi sono i fondi sauditi che hanno investito in Italia, “investitori a cui dedicheremo un commissario ad acta sull’esempio del commissario del ponte di Genova per investimenti superiori al miliardo di euro“.
Un parterre des rois
Oltre i due ministri e al sindaco di Milano al forum hanno presenziato anche il viceministro delle Imprese, Valentino Valentini, l’ambasciatore saudita in Italia, principe Faisal Bin Salman, il responsabile rapporti con gli investitori del governo saudita, Badr Albadr. Tra le società italiane Eni, Snam, Cdp, Enel, Leonardo, WeBuild, Maire, Pirelli, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ita, Ansaldo Energia, Saipem, Invimit.Tutte già presenti in Arabia Saudita, anche se il ministro saudita lamenta il fatto che malgrado l’Italia sia “tra le prime 10 economie al mondo, è solo tra i primi 20 investitori in Arabia Saudita”. Ma oggi, grazie al Forum, c’è stato anche una grande accelerazione per gli investimenti tricolori visto che sono stati firmati ben 80 accordi tra imprese italiane e saudite.
L’obiettivo è quello di ridurre la propria dipendenza dal petrolio, diversificando l’economia, sviluppando in particolare i servizi, nei settori della sanità, istruzione e cultura e, come detto, il turismo e l’intrattenimento.
Auto elettriche e turismo cardini per l’economia saudita del futuro
La mobilità, e il travel in generale, sono tra i segmenti di maggior interesse per il Regno guidato da Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd. Regno che, annuncia il ministro presente a Milano, ha lanciato tre separati costruttori per crescere nel settore della mobilità elettrica, e punta forte sul turismo, grazie a 3.500 investimenti del settore per 230 miliardi di euro. Con l’obiettivo, “come l’Italia, di raggiungere il 10% del pil nel 2030”, commenta Al-Falih.
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Ricordiamo che il turismo è stato aperto solo nel 2019 nel regno Saudita e che oggi conta circa 67 milioni di visitatori – molte della regione – di cui ben 37 milioni di pellegrini, con un 8/10% circa di business traveller. L’obiettivo è quello di arrivare a oltre 100 milioni di visitatori nel 2023 (10/12 milioni dal settore corporate), grazie anche al rafforzamento dei vettori esistenti, come Saudia, ma anche al lancio della nuova compagnia Riyadh Air. Ma anche Al grande sviluppo dei 28 aeroporti nazionali e di quello di Riyahd in particolare, dove si punta a ospitare nel 2030 oltre 130 milioni di passeggeri. Anche grazie a iniziative come quella che ha fatto la fortuna di Emirates nel passato, ovvero con la possibilità di avere un visa di 96 per gli stopover tra i viaggi Ovest-Est (e viceversa) per visitare il Regno.
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