viaggi d'affari

I viaggi d’affari non sono inclusivi

09/11/2023

In questo articolo

Sap Concur ha pubblicato uno studio legato all'inclusività dei viaggi d'affari (in particolare negli Usa) non particolarmente lusinghiero. Mette in evidenza diverse problematiche soprattutto per i più giovani e per coloro appartenenti alla comunità LGBTQIA+

Lasciatoci quasi alle spalle il covid, nonostante la crescente voglia di tornare a viaggiare per lavoro emerge un quadro complesso e diversificato tra i business traveller in tutto il mondo.

La quinta edizione dell’indagine globale sul Business Travel condotta da Sap Concur ha raccolto le voci di 3.850 viaggiatori d’affari in 25 paesi, esplorando le loro principali preoccupazioni, paure e desideri in merito ai viaggi di lavoro. Ed è emerso che i viaggi d’affari non sono molto inclusivi. Come del resto era risultato anche dalla sessione “Diversity & Inclusion: il ruolo di operatori e aziende” che si è tenuta durante la recente GBTA Conference 2023 della delegazione italiana

I viaggi non sono uguali per tutti

I risultati dell’indagine svelano una doppia realtà: sebbene il 94%, e quindi la stragrande maggioranza dei viaggiatori  sia disposta a viaggiare per lavoro nel prossimo anno, quasi due terzi di loro (62%) ritengono di non aver avuto pari opportunità per farlo. In particolare, i viaggiatori d’affari statunitensi si confrontano con un’ineguaglianza ancora più marcata, con il 72% che ritiene di non avere avuto le stesse possibilità.

Un dato interessante emerge quando si osserva chi lavora da remoto, poiché il 77% di loro ritiene che la loro modalità di lavoro impedisca loro di viaggiare per lavoro. Di questi, il 16% afferma che questa situazione è dovuta alla responsabilità di essere genitori o tutori, mentre il 19% dichiara che è più probabile che rinuncino a un’opportunità di viaggio a causa delle scarse opzioni per l’assistenza ai figli.

Coloro che ritengono di essere stati scartati dai viaggi d’affari attribuiscono principalmente questa disuguaglianza alla loro età, accento, genere, aspetto fisico o razza (tutti sopra il 20%). Gli smart worker, invece, sembrano affrontare una sfida opposta: il 50% di loro dichiara di viaggiare più spesso di quanto desidererebbero. Al confronto, solo il 37% dei lavoratori ibridi e il 29% dei lavoratori in ufficio concordano sul viaggiare più del desiderato.

Salute e sicurezza preoccupano, e c’è tanta discriminazione

La salute e la sicurezza rappresentano le preoccupazioni principali di chi viaggia per lavoro, con il 44% che le considera il rischio più grande. Altre risposte, seppur in misura minore, rimangono al centro dell’attenzione di molti viaggiatori, tra cui conflitti internazionali o locali (34%), inflazione (34%), tagli di bilancio o restrizioni ai viaggi (31%), e il lavoro remoto o le riunioni virtuali (28%).

Oltre la metà dei business traveller che hanno viaggiato nell’ultimo anno ha dovuto cambiare la sistemazione durante la trasferta perché si sentiva insicuro (53%), percentuale che negli USA sale addirittura al 70%. I gruppi più colpiti da questa situazione sono i membri della Generazione Z e i Millennials (rispettivamente il 64% e il 61%), nonché i membri della comunità LGBTQIA+ (82%): tutti hanno dichiarato di aver subito insulti, molestie e/o di essere stati ignorati dal personale degli hotel dove avrebbero dovuto soggiornare, o altre problematiche serie.

La comunità LGBTQIA+, in particolare, affronta sfide specifiche quando viaggia per lavoro. Il 45% di loro rifiuterebbe un’opportunità di viaggio a causa delle preoccupazioni legate a determinate destinazioni, mentre il 90% ha riferito di nascondere la propria identità sessuale durante i viaggi di lavoro, principalmente per motivi di sicurezza e privacy o a causa delle leggi anti-LGBTQ+ nella regione.

Come l’inflazione sta cambiando i viaggi

Infine, i viaggiatori d’affari hanno notato tagli di bilancio (40%), riduzione dei viaggi pernottamento (32%), alloggi di qualità inferiore (31%) e un’incitazione a cercare tariffe più basse (31%). Questi dati sono diffusi ovunque, ma sono più elevati per i viaggiatori d’affari statunitensi.

L’attenzione al risparmio potrebbe mettere i viaggiatori d’affari a rischio, poiché molti di loro hanno riferito di sentirsi insicuri e di aver cambiato la sistemazione scelta durante il viaggio.

Le aziende dovrebbero tenere in considerazione le esigenze dei loro viaggiatori, includendo opportunità di viaggio che consentano di combinare lavoro e piacere (bleisure travel), preferenze di viaggio, alloggi sostenibili e altro ancora.

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