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I ritardi nella supply chain danneggiano i profitti delle compagnie aeree

In questo articolo

Airbus e Boeing, che insieme controllano oltre il 90% del mercato globale degli aerei commerciali, continuano a fronteggiare gravi ritardi nelle consegne. Questi problemi, aggravati dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche, hanno un impatto diretto sulla crescita e sulla redditività delle compagnie aeree. Secondo l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), si prevede che il traffico aereo supererà i 4 miliardi di passeggeri nel 2025. Va da sè che la tempestiva consegna di nuovi velivoli.

Nel 2023, Boeing ha consegnato solo 348 aerei, mentre Airbus ha evaso 776 ordini, mancandone comunque quattro rispetto all’obiettivo prefissato. Inoltre, Airbus ha accumulato un arretrato di 8.600 ordini, il 43% in più rispetto a Boeing, che ne conta 5.595. Questi numeri evidenziano l’enorme pressione sulla supply chain aeronautica.

Cause dei ritardi e conseguenze

La crisi della supply chain ha radici profonde. Durante la pandemia, le aziende hanno ridotto la produzione e il personale, con una conseguente perdita di competenze. La ripresa delle attività è stata ostacolata da carenze di materiali e componenti, inclusi semiconduttori e leghe leggere. Inoltre, i conflitti geopolitici hanno ulteriormente aggravato la situazione.

Anche i produttori di motori hanno avuto problemi significativi. Pratt & Whitney, ad esempio, ha riscontrato difetti nei suoi motori GTF, causando la messa a terra di numerosi aerei.

Le compagnie aeree stanno affrontando perdite considerevoli. Un ritardo di sei mesi nella consegna di 10 aerei, con un potenziale guadagno di 1 milione di dollari al mese per velivolo, può tradursi in una perdita di 60 milioni di dollari. Inoltre, le flotte obsolete comportano maggiori costi di manutenzione e consumi di carburante.

La limitata disponibilità di aeromobili ha portato a un aumento delle tariffe aeree. Secondo i dati di Cirium, le tariffe internazionali sono aumentate del 12% nel 2023 rispetto all’anno precedente. I vettori low-cost, in particolare, stanno affrontando maggiori difficoltà nel soddisfare la domanda durante l’alta stagione.

E per il futuro?

Per mitigare i problemi di capacità, molte compagnie stanno ricorrendo al leasing di aerei usati o all’acquisto di velivoli di seconda mano. I fornitori di ACMI (Aircraft, Crew, Maintenance, and Insurance) come Avia Solutions Group offrono soluzioni a breve termine per colmare le lacune operative.

Secondo le previsioni degli analisti, la supply chain aeronautica dovrebbe stabilizzarsi entro il 2030. Airbus e Boeing stanno investendo in nuove tecnologie e processi produttivi per ridurre gli arretrati. Inoltre, emergenti competitor come COMAC ed Embraer potrebbero guadagnare quote di mercato, specialmente nei mercati asiatici.

COMAC, con il suo C919, è particolarmente favorito in Cina, mentre Embraer punta a conquistare il segmento dei jet regionali. La crescente tendenza alla deglobalizzazione potrebbe inoltre spingere alcuni paesi a diversificare i propri fornitori.

Sebbene la normalizzazione della supply chain richiederà tempo, le compagnie aeree devono adattarsi a un contesto in continua evoluzione. L’adozione di strategie flessibili, come il wet leasing e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sarà fondamentale per mantenere la competitività nei prossimi anni.

Leggi Anche: Le difficoltà di Boeing, solo 7 ordini di aerei ad aprile rispetto ai 57 di Airbus

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