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All’hotellerie italiana mancano le catene internazionali. Ma stanno arrivando

27/04/2023

In questo articolo

Crescono le catene internazionali nell'orizzonte alberghiero in Italia, la maggior parte posizionate nel segmento upscale (63%) e nel lusso puro

Un “brand Italia” che deve “sempre cercare di migliorarsi a livello di servizio offerto all’ospite e di brand awareness“, a spiegarlo è il nuovo presidente di Ehma – European Hotel Manager Association, Panos Almyrantis, durante il Pambianco Hotellerie Summit. Il numero uno dell’associazione che riunisce 400 general manager dell’ospitalità di 23 Paesi europei, ha sottolineato che, proprio per migliorare il livello dell’offerta, l’accoglienza italiana ha bisogno di  più catene internazionali (evidente anche nei numeri dell’Hotels & Chains Italy 2023, promosso da Associazione Italiana Confindustria Alberghi).

Il mio auspicio è invece che avvenga, con i giusti tempi tecnici, un maggiore ingresso delle compagnie alberghiere internazionali che sono in grado di portare competenze e formazione che possano far fare il salto di qualità a molte realtà – prosegue Almyrantis – Non solo: le catene danno anche un plus in termini di commercializzazione e promozione degli alberghi e delle destinazioni, permettendo di intercettare ancora meglio quella grande domanda di Italia e di vivere all’italiana che c’è sul palcoscenico mondiale”.

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Aumentano le strutture di catena: sono 1.802 nel 2022

Una peculiarità tutta italiana, quella di tenersi lontano dalle “grandi firme”, che negli ultimi 10 anni ha cambiato rotta (e nei prossimi due potrebbe modificare il business model delle catene stesse, riducendo lease e ownership a vantaggio di management contract e franchising).

I numeri – contenuti nel report Hotels & Chains Italy 2023 – parlano di 1.802 strutture appartenenti a catene nel 2022, nel 2013 erano 1.308. Nello stesso periodo, il numero totale delle strutture in Italia è diminuito passando da 32.728 a 32.109 unità. Incrociando i dati, l’indice di penetrazione delle catene ha raggiunto il 5,6% (dal 3,9).

Incidenza ancora maggiore considerando il numero delle stanze, che vede un totale in riduzione (1.073.522) di cui 190.216 chain rooms (dalle 143.968 nel 2013) e un indice di penetrazione delle stanze di catena sul totale al 17,7%, contro il 13,2% del 2013.

Le catene puntano sull’upscale e sul lusso

Abbiamo già parlato della svolta luxury della Penisola, confermata anche in questo caso dalla scelta delle grandi catene internazionali che fino ad oggi hanno occupato soprattutto il segmento upscale (63%), seguito dal midscale (23%) e upper upscale e lusso (12%). Quest’ultimo in aumento negli due anni, segnale dell’interesse sempre maggiore verso l’ospitalità a 5 stelle. O più.

Guardando di nuovo alle camere, nel decennio in esame sono diminuite per albergo (da 32,4 a 33,4), con le catene che guidano il trend passando da 110,1 stanze a 105,6 per struttura. In termini di dimensione media, nel 2022 guida l’upscale (118 stanze), seguita da upper upscale luxury (102), economy (86) e  midscale (76).

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