Dal primo hotel Cavalieri Hilton, nato ormai 60 anni fa e che oggi porta il nome di Rome Cavalieri Waldorf Astoria, Hilton continua a crescere in Italia, con 40 strutture nella penisola (di questi 31 già attive e 9 in fase di sviluppo).
Alessandro Cabella, area general manager Hilton Italia, ospite del primo Pambianco Hotellerie Summit, ha parlato di modelli e di strategie future per la catena americana: “Il 30% di questi hotel sono in management, e gli altri in franchising. Il modello che noi privilegiamo e continuiamo a spingere è quello del management, ma non precludiamo lo sviluppo del franchising, che al momento sembra essere, per diverse ragioni, il più ricercato e apprezzato da parte di investitori e proprietari di hotel”.
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Hilton Italia guarda al lusso anche nelle città “secondarie”
“La strategia di aperture è focalizzata prioritariamente sulle grandi città italiane, dove ci sono ancora margini di sviluppo, non a caso abbiamo aperto recentemente Hilton Rome Eur La Lama. La nuova sfida però sono le città ‘secondarie’ dove non siamo ancora presenti, come ad esempio Verona, in modo da avere una presenza molto più capillare sul mercato“, ha spiegato Cabella.
Non si abbandona quindi il lusso che caratterizza la catena (ne sono un chiaro esempio le strutture Rome Cavalieri Waldorf Astoria e il Conrad Chia Laguna Sardinia), ma senza dimenticare il territorio, soprattutto quello “meno battuto”.
“Riscontriamo un grande interesse sul mercato midscale, dove abbiamo diverse soluzioni che ci permettono di essere flessibili e di svilupparci in modo capillare, nonché di assecondare il desiderio di investitori e proprietari che vogliono mantenere la loro identità o quella dello stesso immobile, che, soprattutto nei centri cittadini, ha spesso un’importante valenza architettonica e non sarebbe corretto da parte nostra imporre un ‘hard brand’ che limiterebbe le caratteristiche di queste proprietà. In questo ambito quindi offriamo brand come Curio Collection e Tapestry Collection”.
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Si punta sul turismo americano e cinese
Per il futuro prossimo (in particolare la stagione primavera-estate alle porte), Cabella ha ben chiaro l’obiettivo. Le previsioni del manager si basano sul flusso d’arrivo dello scalo romano: +42% di voli settimanali dal nord America e il raddoppio dal centro e sud, una progressione del 30% dalla Gran Bretagna, ma anche la riapertura della Cina (una ventina di voli a settimana). “Sulla base di questo possiamo dire con una certa fiducia che il futuro sarà roseo”.