I danno provocati della guerra di Gaza peggiorano sempre di più. Con l’apertura di altri tre fronti – quello con la Cisgiordania a est, con il Libano e le milizie di Hezbollah a nord e lo scontro “a distanza” con gli Huthi dello Yemen a Sud – il conflitto scoppiato tra Israele e Hamas lo scorso 7 ottobre 2023 sta mettendo a serio repentaglio l’equilibrio di un’area sempre più ampia del medio-oriente.
Oltre all’altissimo costo in termini di vite umane, con i morti che ormai superano ampiamente le 40.000 persone, le ostilità tra Israele, Hamas e i suoi alleati, stanno creando problemi sempre più complessi anche per quanto riguarda il traporto aereo civile.
Sono ormai molti i vettori costretti a ridisegnare le rotte per evitare di sorvolare le aree toccate dal conflitto o perfino cancellare i voli verso altri paesi del Medio Oriente. Misure che devono anche far fronte ai crolli delle prenotazioni di viaggi (sia business che leisure) verso Israele, Libano e Giordania, fomentati dai timori verso le possibili violenze che le popolazioni locali potrebbero rivolgere contro gli occidentali.
Wizz Air, EasyJet, British Airways e Ryanair sono solo alcune delle compagnie che hanno dovuto adattarsi di pari passo con i drammatici sviluppi di un conflitto in continua evoluzione.
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Aggirare le zone a rischio
Sicuramente tra i principali vettori costretti a subire gli effetti del conflitto in medio oriente è British Airways.
Gli Airbus della compagnia di bandiera del Regno Unito che collegano Londra-Heathrow all’aeroporto di Amman, una volta raggiunti i territori di Israele, non proseguono dritti verso la capitale Giordania.
Sono costretti infatti a compiere una decisa virata a destra, sorvolando la penisola del Sinai, in Egitto per poi risalire dritti verso la destinazione finale.
Questo “cambio di programma” comporta un tempo di percorrenza di cinque ore, una in più rispetto alla rotta standard. Ovviamente tutto questo comporta una pesante ricaduta sui consumi di carburante e sui costi operativi per coprire l’intera tratta.
Non solo British Airways
Nelle scorse settimane anche altre compagnia aeree hanno deciso di seguire la stessa rotta intrapresa dal vettore britannico.
Ecco le principali:
- Royal Jordanian, da Roma-Fiumicino ad Amman
- Wizz Air, da Roma-Fiumicino ad Amman
- Austrian Airlines da Vienna ad Amman
- Ryanair da Budapest ad Amman
Una scelta dovuta al fatto che questo tragitto resta l’opzione più sicura per garantire l’incolumità dei passeggeri. Le altre due alternative sarebbero infatti volare su paesi off-limits come la Siria o con un tasso di rischio più alto come il Libano.
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Deviazioni ma anche cancellazioni
Oltre alla grave situazione che imperversa lungo la striscia di Gaza anche i violenti scontri tra Israele ed Hezbollah stanno avendo delle conseguenze altrettanto gravi.
EasyJet ha infatti cancellato le rotte verso quella zona per tutto il periodo invernale appena trascorso, concluso a marzo 2024. Tuttavia, quando si prova a prenotare sul suo sito qualsiasi viaggio da e verso Aqaba, il vettore low-cost annuncia di “non operare voli diretti verso quella destinazione” (vedere per credere).
Oltre a EasyJet anche anche un altro vettore a basso costo come Transavia, facente parte del gruppo Air France-Klm, ha deciso di eliminare temporaneamente il collegamento Parigi Orly-Aqaba.
Data la complessità generale dell’intera situazione, anche Ita Airways, che da tempo lavora ad avviare i collegamenti con Beirut e Amman ha deciso di posticipare il lancio di questa nuova rotta.
Ancora peggiore è la situazione delle compagnie mediorientali. La compagnia aerea di bandiera libanese, la Middle East, ha infatti annunciato la cancellazione di metà dei suoi voli. Un taglio dovuto in primis al dislocamento provvisorio della sua intera flotta in zone più sicure come Cipro, la Turchia, l’Oman e il Qatar.
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