Da mesi i sindacati bussano alla porta del management di Ita Airways per adeguare i salari del personale “dal livello di start up, stabiliti quando venne lanciato il vettore nell’ottobre del 2021” a normali livelli di mercato.
Ma anche nell’incontro fiume di ieri tra i vertici della compagnia aerea e le organizzazioni dei lavoratori Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto, Anpac, Anpav e Anp nulla si è deciso. Anche perché l’Ad Fabio Lazzerini non può prendere impegni in vista dell’entrata nel capitale azionario di Lufthansa.
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La proposta e gli stipendi
Proprio Lazzerini avrebbe messo sul tavolo un incremento di stipendio di circa il 30% che, oltre a non recuperare totalmente la forbice salaria con il mercato, neppure con il personale delle low cost – avverrebbe solo nell’autunno.
Ma i sindacati non ci stanno, issando la bandiera delle comparazioni con le altre compagnie (le quali, però, piccolo particolare, generalmente stanno chiudendo i conti in positivo…): un comandante di Ita Airways con 15 anni di anzianità di volo ha una retribuzione lorda di circa 6.500 euro, contro gli 8.700 euro di Wizz Air, gli 11.520 euro di Ryanair, i 13.900 di Vueling o i 15.000 circa di Easyjet, ma anche di Air France e (quasi) dei comandanti della “futura” capogruppo, ovvero Lufthansa.
E contro gli oltre 12.500 euro di un “vecchio” comandante di Alitalia. Marchio che, secondo alcuni rumors, nei piani di rilancio firmati Lufthansa, dovrebbe tornare a solcare i cieli sui voli internazionali del vettore tricolore.
Tagli pesanti, rispetto ad Alitalia, anche per gli stipendi dei piloti e del personale di bordo. Visto che il “Regolamento aziendale applicabile al personale dipendente di Italia trasporto aereo Spa” deroga dal Contratto Nazionale di Lavoro di settore.
Ma non si va allo scontro
Malgrado vi sia già un calendario piuttosto fitto di scioperi nel trasporto aereo – tra cui quelli che potrebbero interessare anche Ita a breve sono quello del 28 febbraio 2023, a causa della mobilitazione delle imprese di servizi aeroportuali di handling o lo sciopero generale dell’8 marzo (entrambi non di venerdì!) – non c’è chiusura da parte dei sindacati. E si attende una mediazione del ministero del lavoro.
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I sindacati confederali in 15 mesi di gestione di Alfredo Altavilla, infatti, non erano mai scesi in sciopero. “A fronte delle legittime istanze rappresentate, Ita ha manifestato alcune disponibilità a fare passi avanti, con una tempistica non certa e con contenuti non ancora sufficienti a raggiungere gli obiettivi minimi retributivi e organizzativi da noi ritenuti necessari. Auspichiamo che i colloqui in corso consentano di giungere a un accordo di comune soddisfazione nei tempi previsti dalle procedure” scrivono in una nota congiunta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl più i sindacati autonomi Anpac, Anpav e Anp.
Ancora più cauta la Fit Cisl, l’unico sindacato o ad aver sottoscritto accordi separati e in solitaria, perfino con Ryanair: “Nell’incontro odierno con Ita non è ancora stato raggiunto un accordo. Pur apprezzando l’approccio dell’azienda, che ha mostrato la volontà di un effettivo intervento per adeguare gli stipendi, dichiarandosi disponibile a trovare le soluzioni più idonee in tempi compatibili con le policy interne, c’è la necessità di continuare a lavorare per costruire un accordo che dia soddisfazione alle lavoratrici e ai lavoratori e che consenta all’azienda di proseguire nel suo percorso di consolidamento e sviluppo delle attività” scrivono i rappresentati.
In campo la politica
Il ministro Giancarlo Giorgetti, come scritto più volte, sta seguendo in prima persona la questione Ita – così come fece come ministro dello sviluppo economico ai tempi di Draghi -, ma anche altri ministeri, tra cui naturalmente quello del Lavoro, sono interessati a questa querelle. Tra cui anche l’onnipresente Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha incontrato nel corso del bilaterale con l’omologo tedesco Wissing, anche l’executive vice president strategy di Lufthansa Jörg Eberhart. Avranno parlato anche di Ita?
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