La generazione Z, quella nata tra il 1997 e il 2010, ha in mente un mondo del lavoro molto diverso da quello attuale, e questo riguarda anche i viaggi di lavoro i quali saranno sempre più orientati al Bleisure.
Questo, almeno, quello che riporta un recente studio condotto da American Express e riportato anche da Corrado Soda, SME and large account management dell’azienda.
I viaggi d’affari secondo gli Zoomer
Gen-Z, o “Zoomer“ – in contrapposizione ai ben più anziani Boomer – sono tutti coloro che sono nati tra la metà degli anni Novanta e l’inizio degli anni Dieci del XXI secolo, ad oggi i più giovani tra i consumatori e con aspettative sulle aziende notevolmente diverse rispetto sia ai Millennials sia soprattutto a Gen X e Boomer.
Soda, in particolare, denota una tendenza che “evidenzia una maggiore attenzione e selezione dei viaggi di affari, ma si tende a coniugare anche un’esperienza che soddisfi le esigenze personali“.
Per esempio, gli hotel nei pressi di aeroporti o clienti vengono sostituiti da location più centrali, e non necessariamente hotel (più amati gli appartamenti o gli aparthotel); così come i meeting room, le sale stampa e altre location “da lavoro” fanno spazio benessere, relax, tour culturali. E sempre più spesso il viaggiatore d’affari decide poi di prolungare il suo soggiorno per il weekend.
Anche l’esperienza di viaggio è percepita diversamente rispetto ai boomer, e secondo Amex è necessario che ci siano elementi che soddisfino tutti i tipi di business traveller. Per esempio, riduzione delle code al fast-track, accesso alle lounge, upgrade di camere nelle principali strutture, ma anche servizi come il check out posticipato o le colazioni gratuite. Sono soluzioni disponibili certo con le carte premium di American Express, ma in generale utilizzate sempre di più nella filiera.
Quello che serve è insomma maggiore flessibilità, riduzione dello stress e valorizzazione della persona e del suo tempo, non più così “in vendita” come in passato.
I valori della Gen-Z
Un’altra ricerca, condotta nel 2021 stavolta da Qualtrics XM Institute (società di software gestionali), vede nella Gen-Z cambiamenti in tutto, anche nei comportamenti di acquisto. Per esempio, la Gen-Z è più propensa ad avere familiarità con i valori di un marchio e dei suoi prodotti, e valutano se l’azienda in questione sta facendo abbastanza in termini sociali e ambientali prima di comprarne un prodotto (lo pensa il 31% degli Zoomer, contro il 17% dei boomer).
Dice Moira Dorsey, Principal XM Catalyst al Qualtrics XM Istitute: “La Gen Z è più consapevole dei valori di un marchio e li utilizza per decidere se vuole o meno rimanere un cliente fedele. Evidenziare questi valori può rendere le aziende più attraenti per i consumatori che li utilizzano per guidare le loro decisioni di acquisto. Le piccole imprese dovrebbero assicurarsi di mantenere la promessa del marchio, che si tratti di spedizioni veloci o di ritiro facile. I consumatori della Gen Z riterranno le aziende responsabili delle loro promesse e il 70% di loro cambierà marchio dopo una brutta esperienza, quindi è essenziale farlo bene“.
Questo vale anche per compagnie aeree e alberghiere: la trasparenza è un valore fondamentale per i nuovi lavoratori, e se già in generale i dipendenti chiedono, per esempio, una riduzione dell’impatto ambientale, queste richieste si fanno più severe tra i Gen-Z, che quindi spingeranno per cambiare compagnia aerea o catena alberghiera qualora faccia un passo falso nei settori più di interesse – come l’inclusività o, appunto, la sostenibilità.
Anche il modo di comunicare è essenziale: gli Zoomer sono ormai su TikTok, e sono come conquistati da quelle aziende che lo sanno usare bene, con contenuti coinvolgenti e disinteressati. Un esempio è il successo di Ryanair, ma anche di compagnie un po’ meno controverse come AirBaltic.
Entrambe si sono prese meno sul serio, con un approccio più divertente e incline alla gamification, ma sempre con una forte attenzione alla trasparenza.