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Diego Rumazza di Starhotels: “Perchè guardo sempre al futuro”

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Il Global Director of Sales di Starhotels, ci racconta il suo viaggio, dove si incontrano curiosità e passione

Genovese di nascita, ma con la valigia sempre pronta, Diego Rumazza, Global Director of Sales di Starhotels, si definisce “un uomo della vecchia guardia“. Un’affermazione che contrasta con il suo spirito dinamico e innovativo. Il settore del travel è il filo conduttore della sua carriera, che lo ha visto attraversare diverse esperienze e sfide professionali.

Un viaggio che cambia tutto, iniziato un’estate a Londra, una scelta comune a tanti giovani in cerca di nuove prospettive…

“Non avevo la classica ‘valigia di cartone’, ma posso dire di essere partito da zero. In Inghilterra ho fatto di tutto: pulizie, colazioni e lavato – credo – milioni di piatti da Pizza Hut. Fu proprio in quella cucina che per me si aprì un mondo. Lavorare all’estero mi ha permesso di immergermi davvero nella cultura locale, ed era esattamente ciò che cercavo.”

Tornato in Italia, cambia percorso di studi, passando a economia con specializzazione in gestione turistica. Si laurea con il massimo dei voti e, dopo un breve periodo nella ristorazione, frequenta un master in economia del turismo a Ca’ Foscari, Venezia. Alla fine del percorso, uno stage in Costa Crociere si trasforma subito in un’assunzione.

“Le crociere stavano vivendo un boom e ho avuto la fortuna di entrare in un momento di grande crescita. Dopo due anni a Genova e poi a Roma, nel 2001 arriva la chiamata di Jolly Hotels: account manager a Milano. Di nuovo valigia in mano e si riparte.”

Seguono sei anni tra Travel Management Companies e MICE, poi una nuova sfida con il gruppo Domina Hotels per l’espansione nell’Europa dell’Est. Nel 2010 approda in Starwood, con un passaggio a Roma e poi la grande avventura in Vietnam.

Quello che ti muoveva era la voglia di fare sempre nuove esperienze?

“Ho sempre avuto una fame insaziabile di conoscenza. Per me, viaggiare significa cercare un vero ‘cultural clash’. Viaggiare non è solo divertimento: per un expat è anche fatica, adattamento, voglia di mettersi in gioco. In Vietnam, per esempio, ho deciso di imparare la lingua. Non con risultati straordinari, ma abbastanza per farmi apprezzare. Credo che si conosca davvero un paese non tanto in base alla durata della permanenza, ma alla capacità di comprendere lingua e abitudini.”

Dopo cinque anni in Asia, per motivi personali torna in Italia, dove incontra Starhotels.

Una grande realtà che in questi anni ha conosciuto una grande crescita. Il bilancio del 2024?

“Starhotels è il primo gruppo italiano. Il 2024 è stato un anno estremamente positivo, ma io preferisco sempre guardare avanti. Abbiamo piani di sviluppo importanti, tra le principali novità di quest’anno, che porteranno a 32 il numero delle nostre strutture, c’è la riapertura dell’Hotel Gabrielli a Venezia. Lo storico albergo, di proprietà della famiglia Perkhofer, è stato affidato a Starhotels per la gestione e riaprirà quest’estate come hotel 5 stelle, dopo un attento restauro. Contestualmente, a Firenze, inaugureremo il Teatro Luxury Apartments, un nuovo concept residenziale di alta gamma con 156 appartamenti di lusso, la cui gestione ci è stata affidata da Hines e Blue Noble. L’apertura dei Teatro Luxury Apartments rappresenta un progetto di grande rilevanza per noi, non solo per il suo valore nel segmento dell’ospitalità di alto livello, ma anche per l’importante intervento di riqualificazione urbana che porta con sé. Il complesso sorge in un’area centrale di Firenze, un tempo sede dell’ex Teatro del Maggio Fiorentino, luogo simbolo della cultura e della musica in città”.

“Questi progetti si aggiungono alla recente riapertura dell’Hotel Inghilterra di Roma, avvenuta il 27 settembre. L’investimento nell’Hotel d’Inghilterra ha dato vita a un restauro straordinario, che ha preservato il fascino storico e rafforzato il posizionamento come riferimento assoluto nella sua fascia di mercato. Un’eleganza senza tempo, unita a un’alta personalizzazione del servizio e a una posizione d’eccezione, ne faranno una destinazione d’eccellenza nel cuore di Roma“.

Un posizionamento sempre più rivolto al segmento lusso. Ma rispetto al Business Travel qualcosa è cambiato?

“Il segmento business travel è cambiato profondamente. Oggi è più difficile monitorarne l’incidenza, ma per noi rappresenta ancora un quinto del fatturato. Oltre ai numeri, è cambiata la richiesta: c’è chi cerca efficienza estrema e vuole completare le procedure nel minor tempo possibile, mentre altri cercano un’esperienza più personalizzata, quasi familiare. La chiave del successo sta nel saper rispondere a esigenze diversificate con un’offerta tailor-made“.

Con uno sguardo sempre rivolto al futuro, Diego Rumazza continua il suo viaggio, portando con sé la curiosità e la passione che hanno segnato ogni tappa della sua carriera.

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