Chema Basterrechea, Global President and Chief Operations Officer di Radisson Hotel Group, sul palco del terzo Pambianco Hotellerie Summit ha raccontato dell’esperienza del Gruppo dopo l’ingresso di Jin Jiang Holding Co, uno dei gruppi alberghieri più grandi della Cina, quotato alla borsa di Shanghai, al quale nel 2018 Hna ha ceduto Radisson Holding Inc.
Il business model (senza proprietà) di Radisson
“Attualmente abbiamo in portafoglio 1500 hotel, 1000 operativi e 500 in pipeline per i prossimi 3-5 anni, con 10 brand diversi. Circa 250 mila camere e 75 mila dipendenti: ovviamente non tutti nostri operando in regime di management e franchise“, così Basterrechea presenta l’offerta del Gruppo che nei prossimi anni crescerà del 50% in termini di strutture.
Lo scorso anno Radisson ha investito molto: 300 milioni di euro per tecnologia e ulteriori 300 per la ristrutturazione e il rilancio di strutture il lease, “in questo modo facciamo showcase agli investitori, che vedono il prodotto e la redditività”.

Lease, management, franchise: c’è un trend?
“In Europa c’è ancora tendenza a privilegiare il franchise, altri mercati (emergenti come Africa, ma non solo, come Middle East) funziona il management. Le dinamiche sono diverse, da Paese a Paese – spiega il Coo – In Cina, ad esempio, si torna al franchise“. Paese, quest’ultimo, che il Gruppo ha imparato a conoscere molto bene.
La proprietà cinese
“Al suo ingresso Jin Jiang Holding Co, che è uno dei gruppi più grandi del Paese, ha operato con grande umiltà: hanno compreso la differenza di gestione nelle strutture alberghiere e hanno scelto di imparare da noi. Hanno visto la possibilità di far crescere i nostri brand in Cina e sono riusciti a convincere gli investitori a spendere su di noi nel Paese“, ha raccontato Basterrechea.
Per il futuro, dopo un rallentamento negli investimenti causato dagli alti costi e dalle problematiche geopolitiche, “ora stiamo vivendo lo sblocco”. L’attenzione sarà concentrata sulla sostenibilità, “quest’anno lavoreremo a due strutture Net Zero”, e sul capitale umano, che “continua ad essere una challenge” (come ha spiegato chiaramente anche Elisabetta Fabri nel suo intervento all’Hotellerie Summit).
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