L’arrivo della Pasqua si annuncia con un ormai familiare presagio per i viaggiatori: l’inevitabile salita dei prezzi dei biglietti aerei, un fenomeno che, a pochi giorni dalle festività, non sorprende più nessuno. Questo rito stagionale, che vede i costi del volare raggiungere picchi vertiginosi, scatena l’indignazione dei passeggeri e catalizza l’azione delle associazioni dei consumatori, pronte a difendere i diritti dei viaggiatori.
Analisi dei costi e impatto sui consumatori
In questo scenario, il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), insieme ad Assoutenti, ha lanciato un’analisi che mette in luce l’aumento esponenziale delle tariffe aeree per le destinazioni più ambite in questo periodo: la Sicilia, la Sardegna e le capitali europee.
La situazione non rappresenta più una novità; la ripetizione del fenomeno ha suscitato anche l’attenzione dell’Antitrust, che continua ad indagare sulle pratiche tariffarie delle compagnie aeree.
I risultati dell’indagine sono eloquenti: per volare da Torino a Catania e ritorno, i viaggiatori devono ora sborsare un minimo di 365 euro; e per raggiungere la Sardegna da Bologna, il costo inizia da 334 euro. A questi costi vanno aggiunte spese aggiuntive non trascurabili, come quelle per il posto a sedere e il bagaglio a mano, che aggravano ulteriormente la situazione.
L’elevato costo dei biglietti aerei non si limita alle mete nazionali. Chi aspira a trascorrere la Pasqua in una capitale europea o in rinomate località balneari estere si trova di fronte a tariffe altrettanto proibitive. Un volo da Roma per Amsterdam, ad esempio, può costare fino a 489 euro.
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Il diritto di viaggiare
Dietro queste cifre da capogiro, c’è più di un semplice aumento dei prezzi. C’è una questione di principio, un diritto al viaggio che sembra svanire nel nulla. “Viaggiare in aereo sta diventando un lusso per ricchi“, denuncia Gabriele Melluso di Assoutenti, sottolineando come questa situazione non solo limiti la libertà di movimento ma infligga un duro colpo al turismo e all’economia locale.
L’Antitrust ha puntato i riflettori sulle pratiche tariffarie, ma la soluzione sembra ancora lontana. Nel frattempo, Furio Truzzi del C.r.c. non nasconde la sua amarezza:
“Il fenomeno del caro voli sembra essere infinito, con compagnie aeree che sfruttano algoritmi per spingere i prezzi alle stelle, lasciando i consumatori indifesi”.
In tale contesto, il viaggio si trasforma in un’odissea, mettendo a dura prova il desiderio di scoperta e l’accessibilità al mondo che ci circonda. La questione diventa quindi non solo economica ma anche culturale: come preservare il diritto di esplorare il nostro pianeta in un’epoca di tariffe proibitive? La risposta, purtroppo, è ancora sospesa tra le nuvole.
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