Un tour per l’Italia chiuso con una tappa milanese per American Express, che è servito a ribadire come il business travel sia ripartito. Anche se con stilemi diversi. Come raccontato anche da David Jarach, executive Chairman di diciottofebbraio, nella ricerca “Business travel: scenario attuale e prospettive per il 2024” e dai diversi travel manager e protagonisti del settore che si sono succeduti durante l’evento sul palco gestito dallo stesso istrionico Jarach.
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Il benvenuto del “padrone di casa” Simone Richetta
A fare gli onori di casa lo Sme & large acquisition director di American Express Italia Simone Richetta da noi intervistato anche al recente TTG Travel Experience di Rimini (vedi sotto).
Il quale, dopo aver fatto una breve storia della società – nata nel 1850 a Buffalo per trasportare valori, inventori a fine ‘800 della prima “carta prepagata” al mondo, ovvero i travel cheque , della prima carta consumatori a fine anni ’50, di quella corporate negli anni ’60 e la prima co-branded, con Hilton, negli anni ’90 – sottolinea come American Express sia “la più grande agenzia viaggi al mondo, con 7 mila dipendenti, operativi in 14 lingue e in 32 paesi nel mondo”, al servizio di un settore, quello del Business Travel, “la cui ripresa è iniziata nel 2022, e che abbiamo visto rafforzarsi quest’anno. Secondo quanto emerge dalla nostra ricerca con diciottofebbraio, il volume delle trasferte, sia domestiche, sia internazionali, è aumentato del 70% rispetto lo scorso anno e il 63% degli intervistati guarda al futuro del business travel con ottimismo e dichiara che si ritornerà a breve su livelli pre-pandemici, superandoli nel medio termine. Questo trend positivo proseguirà per tutto il 2023 e oltre, e ritengo che sarà caratterizzato dal crescente impatto di alcuni elementi centrali nel futuro del business travel, tra cui la digitalizzazione, il duty of care, il bleisure, la sostenibilità e l’analisi dei dati”. Tutti argomenti trattati da importanti Travel manager che hanno partecipato all’evento.
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Visione al 2024 e oltre
Davida Jarach apre il suo intervento con una stoccata. Basata, come suo solito, dai dati. Ovvero questo gridare allo scandalo per i prezzi alti dei biglietti aerei devono tenere da conto il fatto che “nel 2020 le compagnie aeree hanno perso ben 110 miliardi di dollari, che recupereranno solo in parte quest’anno con margini positivi, secondo dati Iata da noi elaborati, di 23 miliardi di dollari…“. Jarach poi ha evidenziato come “il 2024 segnerà, per ciò che concerne l’Europa, il pieno recupero della industry Business Travel, con valori di transito agenziale finalmente superiori rispetto al pre-pandemia. Nel caso dell’Italia, in realtà, la piena ripresa sarà raggiunta solo nel 2025, al netto delle possibili nubi geo-politiche e macroeconomiche ad oggi ancora non quantificabili. Nel complesso, l’industria tenderà a beneficiare dell’esaurimento delle forme più estreme di smartworking, con il rafforzamento della resilienza del contatto umano in chiave di business acquisition e retention. Tornano infine ad affacciarsi fenomeni, quali il bleisure ed il team bonding (i viaggi aziendali per rafforzare i team, ndr), al netto dei costi e delle fiscalità relative”.
Tanto più che la domanda, da questi costi aerei schizzato verso l’alto, non è stata minimamente scalfita, come raccontato anche dal Business development manager Italia, Spagna e Portogallo di easyJet Nicolas Guarch, anche perché, commenata il Responsabile HR workplace and mobility di Edison, Alferio Paolillo, “c’è molta attenzione per i viaggi fatti per lavoro, perché viaggiare bene rende le trasferte più efficaci. E se si vuole risparmiare bisogna partire dai dati e la conseguente negoziazione e dalla programmazione con le prenotazioni anticipate. Non rinunciando ad ancillary essenziali“.
Ma Jarach, parlando di uno dei trend dell’industry, ovvero la ricerca della sostenibilità dei viaggi, ha anche sottolineato come “siamo tutti sostenibili ma con attenzione al portafoglio. Come è giusto che facciano le aziende“. Mostrando una slide, dove si evidenzia che una maggiore spesa per viaggiare sostenibile – inevitabile – viene accettata solo se questo aggravio non di costi non è importante. Concetto sposato anche da William Cocco, Global travel manager di Campari e da Liliana Rojas, Travel mobility manager di Enereco.
L’importanza della digitalizzazione
Naturalmente Richetta porta l’acqua al suo Mulino, evidenziando come il contante “costi 7,5 miliardi di euro all’anno nel nostro paese” che, però, almeno una cosa ha visto beneficare dalla Pandemia, ovvero “a causa di questo terribile evento abbiamo fatto un salto in avanti di 15 anni nella digitalizzazione“. Che permette, oltre al monitoraggio dei dati come suggerito prima da Paolillo, anche “una più facile integrazione con le Tmc” afferma Elisabetta Gibertoni, Global travel & events manager di Livanova, un maggior Duty of care per i propri dipendenti, il commento di Elisa Amerio, Corporate travel manager di Siemens. Che sul Bleisure – uno dei trend “rinati” nel post pandemia sottolineato da Jarach – afferma che “tollerato ma non incentivato. Non deve portare costi aggiuntivi”. Bleisure invece che viene addirittura incentivato da Alberto Dalle Molle, Travel manager PQE group, “per risparmiare sui voli ad esempio. Tornare dalla Germania il venerdì sera costa molto di più che farlo il sabato o la domenica mattina” spiega il manager.
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