Circa 4.800 piloti sono sotto inchiesta negli Stati Uniti per affermazioni mediche contrastanti. Ma di questi sono “solo” 600 quelli di aerei commerciali passeggeri. Di circa la metà di quelli indagati, sono 60 quelli rimossi dall’idoneità (e solo dieci perseguiti a norma di legge). Il rapporto, pubblicato dal Washington Post che ha incrociato le affermazioni dell’Amministrazione dei Veterani con le attuali cartelle cliniche di volo. Naturalmente “Molti veterani minimizzano i loro disturbi alla FAA in modo che possano continuare a volare, ma li esagerano per l’Amministrazione dei veterani per massimizzare i loro pagamenti di invalidità” hanno commentato i medici e gli ex funzionari dell’agenzia per la sicurezza aerea statunitense.
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Tre casi citati
Nell’articolo si sottolinea come i problemi di salute mentale di un pilota siano motivo di notevole preoccupazione per il settore, e cita tre casi per evidenziarlo: l’incidente di un China Eastern 737 (che fino ad ora non era ancora stato classificato come suicidio di un pilota), lo schianto contro una montagna di un A320 della Germanwings e il possibile suicida – dato però non ancora provato – del volo Malaysia Airlines MH370. Ma che Faa deve continuare a tenere sotto controllo un settore che, inoltre, sconta una cronica mancanza di piloti.