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Affitti brevi: dal 1° settembre obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale

In questo articolo

Le novità, obblighi, scadenze: tutte le linee guida per i gestori su come ottenere il CIN.

Il 1º settembre segnerà una data importante per il settore degli affitti brevi in Italia: il “Cin Day“. Il Ministero del Turismo ha infatti confermato che, a partire da questa data, sarà obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale (Cin) per tutte le strutture ricettive che stipulano contratti di locazione breve, inferiori ai 30 giorni. Non ci saranno proroghe: entro la data indicata tutte le strutture dovranno conformarsi alla nuova normativa, che prevede anche l’attivazione a pieno regime della piattaforma nazionale del Mitur (Ministero del Turismo), con la conversione dei codici regionali in codici nazionali.

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La situazione attuale: a che punto siamo con l’implementazione del CIN?

Ad oggi, undici regioni italiane hanno già completato il processo di “migrazione” verso il nuovo sistema nazionale: Abruzzo, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto. Su un totale di 267.000 strutture registrate, sono stati rilasciati circa 20.000 Cin, con una significativa concentrazione in Puglia (6.000) e nelle isole (3.000). La fase sperimentale del progetto continuerà a ritmo serrato fino a fine mese, coinvolgendo le regioni restanti.

La fase dei codici provvisori: una transizione delicata ma necessaria

Il processo di transizione dal sistema regionale a quello nazionale non è semplice né immediato. La sperimentazione, avviata su base regionale, prevede che l’utente o gestore dell’affitto breve riceva inizialmente un Cin provvisorio. Questo codice diventerà definitivo solo dopo l’inoltro di una specifica comunicazione da parte del Mitur, una volta che la banca dati nazionale sarà a regime. La necessità di una fase transitoria di almeno tre o quattro settimane è dovuta alla diversità dei database regionali, che richiede un adeguamento tecnologico e normativo per garantire l’interoperabilità tra i sistemi.

Controlli e sanzioni: cosa rischiano le strutture non conformi

Entro la fine di settembre, tutte le strutture ricettive dovranno essere in regola con il proprio Cin. A quel punto, scatteranno i controlli che, secondo le analisi congiunte del Mitur e dell’Agenzia delle Entrate, interesseranno oltre 500.000 strutture su tutto il territorio nazionale. Il quadro sanzionatorio è chiaro: in caso di mancata esposizione del Cin, le multe potranno variare da 500 a 5.000 euro, con la possibilità di una immediata rimozione dell’annuncio dalle piattaforme online.

Anche i portali di intermediazione, come Airbnb e Booking, hanno già comunicato al governo italiano che non pubblicizzeranno più le strutture prive di Cin. La stessa sanzione si applica anche a chi non indicherà il codice negli annunci sui portali o sul proprio sito web.

Come ottenere il codice identificativo nazionale

Per ottenere il Cin, i gestori delle strutture devono accedere alla Banca dati delle strutture ricettive (Bdsr) attraverso un apposito indirizzo online, utilizzando il sistema di identificazione digitale Spid. Chi è già in possesso di un codice regionale avrà 30 giorni di tempo, a partire dall’attivazione della piattaforma nazionale, per richiedere il nuovo codice nazionale.

Oltre all’obbligo del Cin, i gestori devono rispettare ulteriori requisiti operativi. Entro le 24 ore dall’arrivo degli ospiti, devono comunicare le generalità degli stessi alle questure competenti, utilizzando il portale alloggiati.web. In caso di impossibilità di utilizzo del portale, è prevista una comunicazione alternativa tramite Pec (Posta Elettronica Certificata).

Obblighi di sicurezza e requisiti strutturali per gli affitti brevi

Gli immobili destinati ad affitti brevi devono essere muniti di dispositivi di rilevazione di gas e di estintori portatili, in conformità con le normative vigenti. Le strutture gestite in forma imprenditoriale (ovvero con più di quattro immobili) devono anche soddisfare requisiti di sicurezza degli impianti, come previsto dalle normative statali e regionali.

Le imposte sugli affitti brevi: cedolare secca o tassa ordinaria?

Dal punto di vista fiscale, i proprietari di immobili destinati alla locazione turistica breve possono scegliere tra due opzioni: la cedolare secca o la tassa ordinaria IRPEF. La cedolare secca, che rappresenta l’opzione più vantaggiosa nella maggior parte dei casi, è fissata al 21% dei proventi dell’affitto breve. Per chi possiede da due a quattro immobili, la tassazione prevede un’aliquota del 21% sui canoni di locazione più alti e del 26% su tutti gli altri. L’alternativa è la tassa ordinaria IRPEF, che si calcola sull’aliquota marginale del proprietario, con una riduzione forfettaria del 5%.

Quando sarà pienamente operativa la piattaforma nazionale?

Secondo l’agenda del Mitur, l’avvio ufficiale della piattaforma nazionale è previsto per i primi di settembre, con la piena operatività entro due mesi, quindi entro la fine dell’anno. Le strutture avranno quattro mesi di tempo, a partire dal 1º settembre, per conformarsi ai nuovi obblighi e richiedere il proprio Cin. I controlli e le sanzioni effettive partiranno invece all’inizio del 2025.

Con l’entrata in vigore del Cin e l’avvio della piattaforma nazionale, si apre una nuova fase di trasparenza e legalità nel settore turistico, con l’obiettivo di contrastare l’abusivismo e garantire una migliore qualità dei servizi offerti ai consumatori.

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