Un 2024 con obiettivi diversi per Accor. Il gruppo francese infatti aveva chiuso l’anno passato in doppia cifra (1 miliardo di euro di ebitda) grazie soprattutto al prezzo medio, che aveva “fatto da acceleratore per far fronte a problemi come inflazione e costi di energia“, come ha sottolineato Andrea Kellner Ongaro, VP commercial strategy Europe & North Africa Accor Premium, Midscale & Economy, durante la giornata del 13 marzo scorso, quando si è svolta la seconda edizione di Pambianco Hotellerie Summit. Quella appena iniziata, invece, sarà un’annata caratterizzata da un mix tra prezzo medio (che “sarà più moderato”) e occupazione.
Oggi Accor conta 68 strutture (in un mix premium, midscale ed economy) ma conta di aumentare, arrivando a 100. Anche perché quello italiano è un mercato in grado di performare molto bene: nel 2023 ha registrato “un incremento del 27% sul 2022 con ottimi risultati sia in termini di arrivi che di RevPar, che ha segnato oltre +25%”.
Obiettivo 100 strutture, ma i costi di ristrutturazione preoccupano
Se l’obiettivo è quello di arrivare a 100 strutture entro tre cinque anni, la preoccupazione – spiega Ongaro – è rivolta agli alti costi di ristrutturazione delle nuove strutture: “C’è un boom vero e proprio invece sulla conversione di strutture già esistenti, che operiamo anche noi intervenendo in gestione o in franchising. Hotel famigliari indipendenti si appoggiano al nostro modello di business per rilanciarsi sul mercato a livello competitivo e noi cerchiamo di adattare l’offerta alla strategia e al Dna del proprietario, utilizzando diversi marchi”.
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Marchi che potrebbero presto aumentare all’aumentare delle strutture: dei 40 brand nel portafoglio Accor, il gruppo francese è presente in Italia solo cin 12 (Mercure e Ibis per dirne due, ma anche Mama Shelter, e da poco anche Joe&Joe, Orient Express e Handwritten). “C’è sicuramente potenziale per portarne altri”.
A Malpensa ha da poco inaugurato Tribe (nella foto di copertina), ma il Gruppo si prepara al debutto di Mercure a Roma, dove entro fine anno arriverò un’altra struttura, oltre all’Handwritten Grand Hotel Della Posta di Sondrio.
“Dopo la pandemia non sono tornati tutti i turisti che ci aspettavamo, forse solo gli Stati Uniti. Ma se consideriamo anche Paesi come Giappone, Corea, Cina, Brasile e Australia c’è molta attesa – ha chiarito Ongaro – Inoltre, l’Italia è nella top 3 delle destinazioni più desiderate per viaggiare, grazie ai fattori di sicurezza, qualità, quantità di monumenti e destinazioni da visitare, costi e clima. Abbiamo moltissimi vantaggi competitivi, ora dobbiamo lavorare ancora di più sulla coerenza dell’offerta che diamo ai turisti internazionali”.
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