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Decreto Asset: tanto rumore per nulla (2), via al tetto per il caro voli

10/10/2023

In questo articolo

Contro il decreto approvato in Parlamento scioperano i tassisti (?), mentre sul trasporto aereo FTO si dice soddisfatta di alcune norme inserite anche se salta il tetto ai prezzi massimi. Festeggiano quindi anche le low cost

Oggi i Taxi scioperano. Perché nel decreto Asset ci sono articoli che interessano anche questo settore. Permettendogli di far guidare il taxi a un’altra persona, di avere gratis una seconda licenza per due anni e di incassare l’intero ricavato della concessione delle poche nuove licenze, come risarcimento per la concorrenza che subiranno.

E per questo non sono d’accordo, come non lo erano le low cost quando il Governo tuonò contro gli aumenti “sconsiderati” dei prezzi dei voli aerei. Tanto tuono che, però, non piovve. Visto che, come già scritto qui, il decreto anti-caro voli era già stato annacquato a favore di “maggiori controlli dell’antitrust”.

Leggi anche: La rivolta delle compagnie aeree contro il decreto del governo Meloni

Stop al tetto

Nel testo definitivo del decreto  approvato con 155 voti favorevoli, 108 contrari e 2 astenuti, è stato infatti eliminato il tetto del 200% rispetto alla media del costo del volo. Così la norma.

A dir la verità scritta un po’ in burocratese: “gli articoli che regolano le intese restrittive della libertà di concorrenza e l’abuso di posizione dominante si applicano anche nel caso in cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, su istanza di ogni soggetto o organizzazione che ne abbia interesse, o d’ufficio, accerti che il coordinamento algoritmico delle tariffe praticate dalle compagnie nel settore aereo faciliti, attui o monitori un’intesa restrittiva della concorrenza, anche preesistente, oppure accerti che il livello dei pressi fissati attraverso un sistema di gestione dei ricavi costituisce abuso di posizione dominante”.

E nel decreto vi è anche un richiamo alla vendita di biglietteria aerea, per cui si vieta “l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati nelle prenotazioni, quando esso comporti un pregiudizio al comportamento economico dell’utente”.

Leggi anche: L’UE contro il sovrapprezzo dei bagagli a mano sugli aerei

La soddisfazione di FTO

L’approvazione del decreto va incontro alle ripetute istanze della filiera turistica e di FTO -Federazione Turismo Organizzato che, per bocca del suo presidente Franco Gattinoni, commenta: “L’approvazione definitiva in Parlamento del decreto Asset porta con sé misure importanti, per quanto non risolutive, sul caro voli e sugli abusi delle compagnie aeree low cost.

Si tratta di un provvedimento che salutiamo con favore perché rappresenta un primo passo verso una governance del trasporto aereo in Italia che garantisca un modello di offerta più equo e trasparente, sulla stessa linea dell’attuale discussione europea che riguarda la possibilità di includere il bagaglio nel prezzo del biglietto. Circa le limitazioni alle tariffe contiamo in un efficace utilizzo dei nuovi poteri affidati ai regolatori del mercato, Antitrust in testa.

Auspichiamo inoltre che soprattutto alcune low cost garantiscano finalmente un efficiente servizio di assistenza e riprotezione dei passeggeri, in ossequio al regolamento 261 che oggi non sempre viene rispettato. Ma ancor più ci auguriamo che si evitino le storture legate ad algoritmi che violano la privacy dei cittadini e che possano finalmente cessare quelle pratiche ostruzionistiche che hanno contribuito a bloccare il lavoro di agenzie di viaggi e tour operator, penalizzando le ampie fasce di popolazione che, per diverse ragioni, non hanno dimestichezza con le prenotazioni online”.

Leggi anche: Crescono i disservizi aerei: i passeggeri delle low cost i più colpiti

Sussidi aeroportuali trasparenti

Infine il decreto entra nel merito dell’obbligo per i gestori aeroportuali di pubblicare i sussidi ricevuti dalle compagnie aeree, fissando anche le tariffe massime praticabili dai vettori destinatari di oneri di servizio pubblico qualora ci sia il rischio di un sensibile rialzo dei biglietti aerei.

Accogliamo con soddisfazione il principio della pubblicità dei contributi elargiti ai vettori dalle società di gestione degli aeroporti: un fattore che consentirà magari ad altre compagnie di accedere alle stesse condizioni” sottolinea Gattinoni.

Leggi anche: Incentivi per 340 milioni di euro ai vettori nei cieli italiani nel solo 2022

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