Partiamo da numeri e risultati di una catena, Lungarno Collection, che si appresta a cambiare faccia: ricavi oltre i 40 milioni di fatturato nel 2022 e una crescita dell’ebitda di quasi il 50% rispetto al 2019. Cifre che raccontano l’efficacia di un brand che nel 2021 aveva raggiunti “solo” i 14 milioni. Brand che – come abbiamo detto – non si ferma: “Vorremmo passare da Lungarno Collection ad un Potrait Hotels and Resort – ha spiegato il Ceo di Lugarno Valeriano Antonioli in occasione del primo Pambianco Hotellerie Summit – dove Portrait diventa il nostro brand di punta, che vorremmo continuare a far crescere in varie destinazioni”.
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Lungarno vicina all’Italia, si parte da Milano
La sfida Portrait è partita da Milano (ne avevamo parlato qui) con un 2023 che, racconta Antonioli, “è ancora un ‘work in progress’, però intanto abbiamo già aperto due ristoranti, il 10_11 (Ten Eleven) e il Beefbar. Arriverà anche un nuovo bar-ristorante tra poche settimane e un ristorante gastronomico verso l’autunno, poi una Spa, la palestra e un rooftop”.
Un legame con l’Italia dimostrato dalla volontà di crescere ancora, e prima di tutto, qui. Senza escludere una grande occasione: “Se dovesse capitare la giusta opportunità nelle principali città europee ci penseremo. Londra è ancora il principale hub internazionale europeo, dove anche i mercati in crescita vogliono essere protagonisti”, spiega Antonioli.
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Perché “L’Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza. Così potrebbe decretare il primo articolo della Costituzione. Il nostro Paese dovrebbe creare protocolli di educazione e formazione per infondere la consapevolezza della propria bellezza e in parallelo creare un piano di comunicazione in modo che tutti gli studenti, italiani o stranieri, imparino a trasmettere la nostra bellezza non solo in italiano, ma anche in inglese”.
Focus principale proprio di Pambianco Hotellerie Summit, anche Valeriano Antonioli è convinto dell’importanza del brand-Italia, del lusso e della ricercatezza per il cliente: “Credo che l’Italia abbia l’opportunità di puntare di più sull’alta gamma e oggi manca un brand alberghiero di riferimento per il lusso, dopo la scomparsa di Ciga (Compagnia Italiana Grandi Alberghi, ndr)”. Proprio al ruolo di guida punta Lungarno: “Nel nostro piccolo faremo di tutto per crescere e diventare uno dei brand di riferimento in Italia, puntando quest’anno a consolidare il nostro progetto Portrait su Milano e trovare, parallelamente, altre destinazioni per questo marchio”.
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Moda e hotellerie, non sempre vicini
Perché non collegare il nuovo brand (Portrait appunto) alla famiglia Ferragamo, come hanno già fatto altri brand di moda? “Moda e hotellerie viaggiano a due velocità diverse. Il mondo della moda cambia ogni sei mesi, le collezioni devono tenere il passo, invece nel settore dell’hotellerie i tempi, se le cose vanno bene, sono più lunghi, toccano i venti anni”, spiega Antonioli.
“In caso si dovesse associare moda e albergo bisognerebbe cambiare tende e uniformi ogni sei mesi, facendo diventare immenso il capitale da investire per far si che un albergo rappresenti il mondo della moda. Credo che nessuno lo abbia fatto fino ad oggi – conclude il CEO Lungarno – Armani Hotel, ad esempio, riflette il marchio Armani Casa, mentre Bulgari fa riferimento ai gioielli, settori che ‘durano nel tempo’”.
Tra i brand che uniscono fashion e hotellerie c’è anche Louis Vuitton, che aprirà il proprio hotel a Parigi.
