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La Brexit “colpisce” anche l’Eurostar. Che rilancia con la fusione con Thalys

07/02/2023

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Obiettivo 30 milioni di passeggeri all'anno grazie alla fusione con la compagnia franco-belga entro il 2030. Oggi sono poco più di 8 milioni, frenati dai controlli e dall'uscita del Regno Unito dall'Ue

Quasi diciannove anni fa, precisamente il 6 maggio 1994, la Regina Elisabetta II e il presidente francese François Mitterand inaugurarono l’Euro Tunnel sotto la Manica, un progetto di grande ingegneria lungo 50 chilometri, di cui 39 sotto il mare. Inaugurando anche un nuovo e veloce collegamento intraeuropeo tra due delle capitali dell’allora Ue. Un collegamento che ha fatto le “fortune” dei viaggi d’affari tra le due città. E di Eurostar. Ma il 1° febbraio c’è stata la Brexit, e le cose si cono complicate.

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Più controlli e meno business: Eurostar a rischio

Il covid e la Brexit hanno messo in ginocchio i servizi di Eurostar: nel 2019 trasportava oltre 11 milioni di passeggeri ogni anno, l’anno scorso sono stati 8,3 milioni, con 14 passaggi giornalieri tra Londra e Parigi, contro i 18 del 2019. Con i continui scioperi del settore sui due lati della Manica a peggiorare la situazione.

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“Il problema che abbiamo per le cosiddette rotte d’oltremanica è quello del tempo di attraversamento della frontiera, perché attualmente i tempi sono troppo lunghi – spiega Gwendoline Cazenave, ceo di Eurostar – L’esperienza del cliente non è soddisfacente e dobbiamo lavorare su questo aspetto. Si tratta di un problema fondamentale per le nostre rotte verso o da Londra, su cui stiamo lavorando intensamente per poter superarlo”.

La situazione societaria

Ricordiamo che, per evitare il default, nel maggio 2021, Eurostar si è assicurato un mega finanziamento da 290 milioni di euro, composto da 58 milioni di euro di nuovo capitale proprio, 175 milioni di euro da prestiti garantiti dagli azionisti e 58 milioni di euro da prestiti ristrutturati. Ma per assicurarsi un futuro più roseo lo scorso anno c’è stato l’ok, anche da parte della Ue, della fusione con l’operatore franco-belga Thalys. Operazione che punta a trasportare 30 milioni di passeggeri all’anno entro il 2030.

La nuova società, denominata Eurostar Group, è controllata da Sncf con il 55,75% del capitale, con il 19,31% in mano al fondo pensione canadese Caisse de dépôt et placement du Québec (CDPQ), il 18,5% dall’operatore statale belga SNCB e il 6,44% da fondi gestiti dalla Federated Hermes Infrastructure.

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