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Affitti brevi: Parigi mette nuovi limiti

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Dal 1° gennaio 2025 nuove restrizioni sugli affitti turistici, che avranno un limite di 90 giorni all’anno

L’anno nuovo porta venti di cambiamento per gli affitti brevi nella Ville Lumière. Dal 1° gennaio 2025, il Comune della capitale francese ha introdotto una stretta importante: i proprietari potranno affittare la loro residenza principale per un massimo di 90 giorni all’anno. La decisione, che riduce di un mese il precedente limite di 120 giorni, punta a contrastare l’impatto del turismo sul mercato immobiliare locale.

Affitti brevi a Parigi: sanzioni pesanti

Oltre alla riduzione del periodo di locazione, la normativa prevede sanzioni severissime per chi non rispetta le regole: gli host senza licenza rischiano multe fino a 100.000 euro, mentre per le proprietà non registrate correttamente come locazioni turistiche sono previste ammende fino a 20.000 euro. La misura si inserisce in un più ampio tentativo di regolamentare il mercato degli affitti turistici, che ha contribuito a ridurre drasticamente la disponibilità di alloggi per i residenti e ad alimentare il caro affitti.

La regolamentazione degli affitti brevi è una tendenza europea

Parigi non è sola in questa battaglia. Barcellona, ad esempio, è stata pioniera nell’adottare restrizioni severe contro gli affitti brevi. La città catalana, con norme simili, ha cercato di proteggere il mercato immobiliare locale, spingendo molte altre città europee a seguire il suo esempio.

Anche in Italia il settore è stato sottoposto a una forte regolamentazione.

Secondo il Comune di Parigi, la capitale francese conta oltre 95.000 alloggi turistici ammobiliati registrati, di cui 78.000 sono residenze principali trasformate in mini-alberghi temporanei. Questo fenomeno, definito ha portato alla presenza di circa 25.000 alloggi affittati illegalmente, con un giro d’affari che supera il miliardo di euro.

Uno scontro in evoluzione

La piattaforma Airbnb ha espresso la propria contrarietà sostenendo che queste misure penalizzano le famiglie che fanno affidamento su questo reddito a favore delle catene alberghiere e quindi del costo complessivo degli alloggi per i turisti.

Il braccio di ferro tra il Comune di Parigi e le piattaforme che gestiscono questo tipo di affitti non è però nuovo.  Nel 2017, la capitale francese aveva introdotto il primo limite annuale ai giorni di locazione per uso turistico. Tuttavia, con il costante aumento della pressione immobiliare e dei prezzi degli affitti, il Comune ha deciso di intensificare le restrizioni.

Anche testate come Le Figaro e Le Monde hanno trattato ampiamente il tema, evidenziando come la decisione di Parigi sia stata accolta con favore dai residenti locali ma abbia sollevato critiche da parte del settore turistico. In particolare, Le Monde ha sottolineato che la misura punta a “preservare l’equilibrio del mercato immobiliare”, mentre Le Figaro ha analizzato le implicazioni economiche, stimando un possibile calo delle entrate per gli host privati.

Le nuove regole rappresentano un ulteriore capitolo di uno scontro più ampio tra le piattaforme di affitti brevi e le città che cercano di preservare il diritto alla casa dei propri residenti. Resta da vedere come queste misure influenzeranno il mercato immobiliare parigino e il settore turistico nel 2025, ma una cosa è chiara: la battaglia è destinata a continuare.

Leggi Anche: Affitti brevi e CIN, a che punto siamo? Intervista a Marco Celani, Pres. di AIGAB

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