La riforma sugli NCC (Noleggio con Conducente) subisce un importante arresto. Il Tar del Lazio ha emesso un decreto che sospende parzialmente la norma che obbliga una sosta di 20 minuti tra un servizio e l’altro fuori dalla rimessa. La decisione arriva nello stesso giorno in cui gli operatori del settore hanno protestato in 12 città italiane contro i cosiddetti “decreti Salvini”, accusati di penalizzare il mercato ei consumatori.
Il decreto, pubblicato ieri, rinvia la discussione alla camera di consiglio fissata per il 13 gennaio 2025. Nel frattempo, i giudici amministrativi hanno deciso di sospendere alcune imposizioni ritenute dannose per gli operatori del settore. In particolare, è stato rilevato che l’applicazione della norma potrebbe causare “un pregiudizio grave e irreparabile” ai titolari di attività di noleggio con conducente.
Tra le disposizioni contestate, ci sono l’obbligo di registrare la prenotazione come bozza almeno 20 minuti prima dell’inizio del servizio e la partenza vincolata all’arrivo del servizio precedente. Non solo, è stato evidenziato che queste restrizioni limitano la flessibilità lavorativa e incidono negativamente sulla competitività degli NCC.
Le reazioni alla sospensione
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha commentato: “Si tratta di una vittoria per la giustizia ei consumatori. La norma avrebbe costretto gli NCC a ridurre i ricavi e aumentare i costi per i clienti”.
Le critiche alla riforma arrivano anche dal mondo politico. Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, ha dichiarato: “È una bocciatura per una visione di governo che tutela solo i taxi a scapito degli Ncc e degli utenti” .
La sospensione del Tar coincide con lo sciopero nazionale proclamato dagli Ncc per il 12 dicembre. A Roma, Milano, Firenze, Cagliari, Palermo e in altre città, gli operatori si sono mobilitati contro i decreti Salvini, che ritengono un ostacolo alla libera concorrenza e al mercato.
“Queste norme rischiano di chiudere migliaia di aziende, peggiorando i trasporti urbani e penalizzando utenti, turisti e strutture ricettive” ha affermato Andrea Romano, presidente di MuoverSì. Anche Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, ha puntato il dito contro il governo, sostenendo che la riforma penalizza non solo gli NCC, ma anche imprese come Uber e associazioni come Fiavet, che rappresentano il settore turistico.
Uber, infatti, ha aderito alla protesta, spegnendo temporaneamente i suoi servizi. Tuttavia, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha espresso rammarico per l’adesione della multinazionale, sottolineando che “il contrasto all’abusivismo e alle irregolarità dovrebbe essere una finalità condivisa””.
La posizione del governo
Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, ha difeso la riforma, affermando durante il question time alla Camera:
“Questi decreti erano attesi da sei anni e mirano a rendere il servizio più efficace, contrastando l’abusivismo. Uber sciopera? Mi dispiace, ma non possiamo assecondare sempre le richieste di multinazionali straniere” .
La vicenda resta aperta e il prossimo appuntamento con il Tar potrebbe chiarire il destino di una norma che ha acceso un dibattito tra operatori del settore, consumatori e governo.
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