Come abbiamo scritto in questo articolo – Legge di bilancio 2025 e trasferte: la nuova stretta sui rimborsi spese – suona l’allarme doppia imposizione per i rimborsi delle spese di trasferta. Un grido di allarme da parte di diverse Associazioni di categoria, come l’Associazione italiana per la direzione del personale (Aidp), l’Associazione dei fiscalisti d’impresa (Afi) o il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
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Nuova Legge di Bilancio, pericolo doppia imposizione, ma non solo
Le disposizioni del DDL di Bilancio 2025 che introducono il concetto di tracciabilità durante la trasferta per le spese di trasporto tramite mezzi pubblici non di linea, come taxi e noleggio con conducente ma anche per quelle per il vitto, oltre a una possibile doppia imposizione vedono diverse difficoltà organizzative nelle aziende, a partire dal fatto che non tutti i dipendenti hanno una carta di credito, o questa ha limiti troppo bassi per alcuni viaggi, oppure il fatto che in alcuni paesi non vengono accettate alcune – o tutte, tipo in alcune “repubbliche” autonome all’interno di certi taxi in Italia… – carte. Sulla doppia imposizione l’Afi sostiene che “laddove il legislatore volesse comunque mantenere tale disposizione, sicuramente andrebbe eliminata la previsione relativa all’indeducibilità dei costi in capo la datore di lavoro al fine di evitare discussioni in merito alla legittimità di una norma in grado di ingenerare una doppia imposizione in capo alla medesima fattispecie“.
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Nota spese: obiettivi chiari da parte del legislatore
Gli obiettivi del legislatore per questa imposizione sono chiari: la trasparenza e la tracciabilità servono a garantire che le spese sostenute per il lavoro siano deducibili solo se effettivamente documentate. Una mossa che secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Udp) porterebbe un maggior gettito per il fisco nel periodo 2025-2030 di circa 1,4 miliardi di euro.
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