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Addio allo storico Sheraton Diana Majestic: cos’è stato per Milano (e cosa succede ora)

20/11/2024

In questo articolo

Oggi lo Sheraton Diana Majestic si trova viale Piave 42, ma all’epoca della sua inaugurazione (oltre un secolo fa) era Viale Monforte, una zona dal bassissimo valore immobiliare nel primo novecento, quando la città aveva da poco iniziato ad espandersi oltre i bastioni. L'ultimo ospite lascerà la struttura a settembre 2025.

Il Kursaal Diana, oggi conosciuto come Sheraton Diana Majestic, continuerà a fare parte della storia dell’hotellerie di Milano solo fino a settembre 2025. La proprietà infatti ha annunciato che non verrà rinnovata, dopo 40 anni, la gestione a Marriott International e tra poco meno di un anno la struttura come la conosciamo oggi chiuderà i battenti.

Oltre un secolo di attività (l’edificio venne inaugurato, dopo 20 mesi di lavori, il 1 ottobre 1908 su progetto dell’ingegnere architetto Achille Manfredini, lo stesso progettista di Casa Vanoni e Casa Giovini ai civici 7 e 9 di via Spadari che oggi ospitano la storica gastronomia Peck) che lascia l’amaro in bocca ai 50 dipendenti della struttura, che saranno licenziati.

Ringraziamo di cuore per il loro prezioso lavoro tutti i dipendenti dell’hotel, che nel corso degli anni hanno accolto e continuano ad accogliere gli ospiti e i soci provenienti da tutto il mondo – ha spiegato in una nota la gestione –. Marriott si è già attivata a porre in essere tutte le azioni di legge e di confronto con le organizzazioni sindacali per assistere e accompagnare i dipendenti, i clienti e i partner della struttura in questa transizione”.

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Chiude lo Sheraton Diana Majestic, è un’addio?

Il contratto di Marriott è concluso, ma questo non significa che l’hotel non ospiterà nuovi ospiti. Il futuro più probabile che attende l’immobile è quello di una imponente ristrutturazione, anche per la messa a norma, e la riapertura sotto una nuova gestione.

Il Kursaal Diana di viale Piave 42

Oggi lo Sheraton Diana Majestic si trova viale Piave 42, ma all’epoca della sua inaugurazione era Viale Monforte, una zona dal bassissimo valore immobiliare nel primo novecento, quando la città aveva da poco iniziato ad espandersi oltre i bastioni. Il lotto, improvvisamente però diventato di prestigio dal momento che l’allargarsi dei confini cittadini avevano trasformata l’area in parte del centro a tutti gli effetti, ospitava il Bagno di Diana, dal quale prende il nome, ovvero la prima scuola di nuoto milanese (realizzata nel 1843 dall’architetto Andrea Pizzala) e della quale avrebbe dovuto mantenere la piscina originale.

Nel progetto finale però lo specchio d’acqua venne eliminato (la qualità dell’acqua infatti non fu ritenuta sufficiente) e nel 1907 vennero avviati i lavori di costruzione dell’hotel, con annesso un teatro, un ristorante e uno sferodromo (un campo per pallone). Il nome, Kursaal, infatti identifica proprio una struttura turistica che, oltre ad un hotel, offre servizi e svaghi di vario genere: ristoranti, stabilimenti balneari o termali, sale di lettura, biliardo, ballo e casinò. Insomma, il tipico albergo in Romagna ma con il fascino del primo Ottocento.

Di Fotografia dello Stab. A. Ferrario, Milano; fototipia G. Modiano & C., Milano - L'immagine è estratta da L'Edilizia Moderna, Anno XIII, fasc. IX tav. XLIII, Milano settembre 1909 in https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/n183?, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85239826
Fotografia dello Stab. A. Ferrario, Milano; fototipia G. Modiano & C., Milano – L’immagine è estratta da L’Edilizia Moderna, Anno XIII, fasc. IX tav. XLIII, Milano settembre 1909 in https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/n183?, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85239826

La struttura e le sue tante vite

L’edificio, come immaginabile, si è rinnovato più e più volte da quel lontano 1908. L’intervento più imponente, in cent’anni di storia, è stato quello del 1922. Quell’anno infatti vennero eliminati i ferri battuti in facciata e gli interni in stile liberty (lo stesso che ancora oggi caratterizza alcuni degli edifici più belli del quartiere). Non solo: in quello stesso anno infatti venne spostato l’ingresso nella posizione in cui si trova oggi, l’epoca il salone ristorante, che ospita la reception e fu creata la terrazza sul giardino.

Oltre 70 anni dopo, nel 1998, entrò nella famiglia Sheraton con il nome odierno, Diana Majestic, e negli anni seguenti venne anche eliminato il cinema (nel 2001 ci andò a Gucci per le sfilate della maison, mentre nel 2018 venne trasformato in show room per la svizzera Bally).

Di Fotografia dello Stab. A. Ferrario, Milano; fototipia G. Modiano & C., Milano - L'immagine è estratta da L'Edilizia Moderna, Anno XIII, fasc. IX tav. XLVII, Milano settembre 1909 in https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/n191, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85241804
Fotografia dello Stab. A. Ferrario, Milano; fototipia G. Modiano & C., Milano – L’immagine è estratta da L’Edilizia Moderna, Anno XIII, fasc. IX tav. XLVII, Milano settembre 1909 in https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/n191, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85241804

La storia d’Italia vista attraverso lo Sheraton Diana Majestic

La storia dello Sheraton Diana Majestic ha incontrato più volte quella della città di Milano. Nel 1914 ospitò la prima edizione dell’EICMA, ancora oggi in attività nelle ben più spaziose aree della Fiera di Milano (leggi su Fleetmagazine un report sull’ultima edizione).

La sera del 23 marzo 1921 l’hotel fece da teatro ad un attentato dinamitardo di matrice anarchica – organizzato in sostegno di detenuti vicini al movimento reclusi a San Vittore, tra i quali Errico Malatesta – che causò 21 morti e 80 feriti e che aveva come obiettivo il questore Giovanni Giuseppe Aurelio Gasti, illeso.

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