Oggi parliamo con Silvio Cavallo, CCO & CMO ParkinGO, il gruppo che da quasi 30 anni è sinonimo di parcheggi per aeroporti, porti, stazioni e da qualche anno anche noleggio.
Certamente ParkinGO porta avanti molto bene il suo business, ad oggi sono arrivati a 53 filiali, posizionati su tutti gli aeroporti più importanti. Per il futuro prossimo stanno realizzando degli accordi importanti con alcuni operatori per sviluppare il noleggio a medio termine, in modo da movimentare la flotta nei periodi di bassa stagione.
Ma non si limita a questo, perché è a differenza di tante altre società che per motivi di marketing parlano molto di inclusione ma poi mettono ben poco sul piatto, ParkinGO realizza quello che promette.
Una delle iniziative più recenti è la collaborazione con l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), un progetto che punta a inserire persone con sindrome di Down nel mondo del lavoro.
Un esempio concreto? Sara, una giovane di 21 anni che ha lavorato nel team di ParkinGO a Bergamo. Un’esperienza è stata un successo per tutti: per Sara, che ha acquisito nuove competenze, e per il team, che ha imparato molto da questa avventura.
In questa intervista fatta durante il nostro evento Fleet Manager on the Road, che aveva come claim “Mobilità su misura: integrazione e inclusione”, Silvio ci racconta com’è nata l’idea, come è stata accolta e soprattutto quanto sia importante dare a tutte l’opportunità di far parte di una squadra.
Scopriamo insieme come ParkinGO non sia solo parcheggi, ma anche una realtà attenta alle persone e al loro valore.
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Come siete arrivati a Sara?
L’idea è nata dalla felice decisione di assumere una persona portatrice della sindrome di Down. Abbiamo quindi conosciuto l’AIPD-Associazione Italiana Persone Down ETS APS, che combatte da 40 anni contro la più grave delle malattie: il pregiudizio. Da qui siamo passati a sottoscrivere una convenzione finalizzata alla promozione dell’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down. AIPD ha fatto incontri di sensibilizzazione e formazione sul tema della sindrome di Down e delle metodologie. Ha curato la selezione di chi secondo loro poteva essere coinvolto nel tipo di lavoro che abbiamo offerto. Ci hanno così presentato Sara che ha iniziato a lavorare con noi dopo un periodo di formazione. In questa fase è stata coinvolta sia la famiglia che il team di Orio al Serio dove sarebbe stata inserita.
Sara complessivamente ha lavorato con noi un anno, un trampolino di lancio che le ha permesso di acquisire tante competenze e molta autonomia. E grazie a questo percorso, è riuscita a ottenere un lavoro in uno store al centro commerciale di Bergamo .
Quali sono stati i commenti dei clienti?
All’inizio qualcuno era spiazzato perché Sara non era ‘dietro le quinte’, aveva un ruolo realmente operativo di accoglienza e prime informazioni, ma non solo nessuno si è lamentato, i feedback che abbiamo sono tutti positivi. La sua allegria, la sua fanciullezza sono assolutamente contagiose, non poteva che essere così.
E i colleghi?
Sono onesto, il primo approccio è stato ‘ho già tanti problemi da gestire, non me ne serve un altro’, perché avevano pensato a Sara come una persona da aiutare e non da cui poteva essere aiutato. Anche qui c’è stato il totale ribaltamento del pregiudizio iniziale. Sara ha fatto il suo lavoro e lo ha fatto bene. Molto bene. I rapporti sono stati assolutamente positivi da colleghi veri; anzi ci tengo a dire che una delle prime persone che Sara ha invitato al matrimonio è stato proprio il suo responsabile.
Quali sono i progetti per il futuro?
La nostra collaborazione con l’AIPD continua come detto su tutte le nostre sedi. Non appena individueranno un’altra persona che riterranno adatta la accoglieremo a braccia aperte, così come siamo disposti ad allargare ad altre associazioni l’integrazione con bisogni speciali.
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