Carta Visa

Visa sotto accusa negli Stati Uniti

In questo articolo

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti denuncia il gigante delle carte di credito per monopolio illegale

Il colosso delle carte di credito Visa è al centro di una nuova e pesante accusa di monopolio illegale nel mercato delle carte di debito. L’accusa arriva direttamente dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, guidato dal procuratore generale Merrick Garland, e riguarda pratiche anticoncorrenziali che avrebbero danneggiato consumatori, banche ed esercenti.

Secondo l’accusa, Visa avrebbe abusato della sua posizione dominante per imporre accordi esclusivi a banche ed esercenti, restringendo così la concorrenza nel settore delle carte di debito. Questo comportamento, secondo il Dipartimento di Giustizia, ha permesso a Visa di mantenere commissioni elevate e impedire lo sviluppo di un mercato competitivo. La denuncia di Garland è chiara: “Visa ha acquisito illegalmente il potere di addebitare commissioni che superano di gran lunga quelle che potrebbe ottenere in un mercato competitivo“.

Il peso delle commissioni nel mercato delle carte di debito

Attualmente, Visa gestisce oltre il 60% delle transazioni di addebito negli Stati Uniti, generando circa 7 miliardi di dollari all’anno (6,2 miliardi di euro) solo attraverso le commissioni applicate per il trasferimento delle transazioni attraverso la sua rete. Queste commissioni, note come commissioni di interscambio, rappresentano una quota rilevante dei costi che commercianti e banche trasferiscono ai consumatori. In pratica, ogni volta che un consumatore utilizza una carta Visa per una transazione, una parte del costo viene addebitata al commerciante, che a sua volta potrebbe aumentare i prezzi per compensare queste spese.

Secondo l’Antitrust, Visa ha mantenuto questa posizione dominante attraverso accordi con emittenti di carte, commercianti e persino concorrenti, impedendo una concorrenza effettiva e limitando la possibilità per altre reti di pagamento di entrare nel mercato.

Le implicazioni per i consumatori

L’accusa non riguarda solo il comportamento di Visa, ma anche l’impatto che questo ha sui consumatori. Come sottolineato dallo stesso procuratore Garland:

“La condotta illegale di Visa influisce non solo sul prezzo di un singolo prodotto, ma sul prezzo di quasi tutto. In tal modo i commercianti e le banche trasferiscono ai consumatori i costi delle reti di pagamento“.

In altre parole, i consumatori finiscono per pagare di più non solo per le transazioni effettuate con carta, ma anche per i prodotti e servizi che acquistano quotidianamente, poiché i costi delle commissioni vengono incorporati nei prezzi finali.

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Un tema caldo per l’amministrazione Biden

La denuncia contro Visa rappresenta uno degli ultimi sforzi dell’amministrazione Biden per affrontare il problema delle commissioni di interscambio e, più in generale, per limitare il potere di mercato delle grandi aziende nel settore finanziario. Il tema delle commissioni è stato al centro del dibattito pubblico negli ultimi anni, con molti consumatori e commercianti che si sono lamentati dei costi elevati associati all’uso delle carte di credito e debito.

Secondo i media, l’amministrazione Biden sta cercando di portare avanti una serie di misure per aumentare la trasparenza e la concorrenza nel settore con l’obiettivo di ridurre i costi per i consumatori. La denuncia contro Visa si inserisce quindi in un contesto più ampio di riforma del sistema finanziario statunitense.

Precedenti e contenziosi con Mastercard

Già in passato, il settore delle carte di credito è stato terreno di contenziosi tra grandi aziende e autorità di regolamentazione. Ad aprile 2024, anche Mastercard, una delle principali concorrenti di Visa, è finita sotto indagine per presunto illecito predominio nel mercato delle carte.

Non solo, poco più di quattro anni fa, Visa e Mastercard avevano raggiunto un accordo per risolvere una class action intentata da commercianti statunitensi. In quel caso, le due aziende avevano concordato di pagare 5,6 miliardi di dollari (circa 4,8 miliardi di euro) per risolvere il contenzioso che le accusava di aver condotto pratiche anticoncorrenziali simili a quelle contestate oggi.

Il futuro di Visa e le possibili conseguenze

L’esito della causa contro Visa potrebbe avere implicazioni significative per il settore delle carte di pagamento e per i consumatori. Se le accuse si dimostreranno fondate, Visa potrebbe essere costretta a rivedere le sue pratiche commerciali e ridurre le commissioni imposte a commercianti e banche. Questo, a sua volta, potrebbe avere un impatto positivo sui costi per i consumatori, riducendo il prezzo di molti beni e servizi.

Tuttavia, il caso è ancora in fase iniziale e resta da vedere come evolverà nei prossimi mesi. Nel frattempo, la denuncia del Dipartimento di Giustizia ha già attirato l’attenzione dei mercati finanziari e potrebbe segnare un importante punto di svolta nel settore delle carte di pagamento.

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