Francia in tilt. Durante la giornata di ieri, in molte parti della Grande Nation centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro la recente proposta del governo di innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. La misura è stata annunciata lo scorso 10 gennaio dal primo ministro Elisabeth Borne.
Sin dalle prime ore dell’alba le strade e le piazze francesi, sono state invase dai manifestanti che durante molti cortei hanno ingaggiato violenti scontri con la polizia. Nella sola Parigi sono stati impegnati circa 10mila tra agenti e gendarmi. Una mobilitazione, quella organizzata dai sindacati che, secondo le prime stime, ha visto più di un milione di partecipanti.
Alla protesta nazionale hanno aderito anche lavoratori impegnati in vari ambiti del trasporto pubblico e privato francese. Gli stop e i ritardi alla circolazione di varie linee di treni, aerei, metro, autobus e taxi hanno causato pesanti disagi per migliaia di viaggiatori.
Leggi anche: La campagna d’Europa del Frecciarossa
Treni fermi nelle stazioni…
Sia i dipendenti della Société Nationale des Chemins de fer Français che quelli della Régie autonome des transports parisiens sono stati tra i primi ad aderire allo sciopero nazionale. Quello tra l’Sncf e il governo è un braccio di ferro che va avanti ormai da anni. Oltre alla riforma pensionistica annunciata da Borne, i sindacati sono scesi più e più volte nelle piazze di tutta la Francia a seguito della riforma delle ferrovie presentata dal governo di Emmanuel Macron nel 2018.
Il punto che ha maggiormente indignato i dipendenti dell’Snfc è quello relativo al “completamento dell’apertura alla concorrenza dei servizi di trasporto”, che prevederebbe la graduale introduzione di un regime di libera concorrenza sulle ferrovie francesi.
La Société Nationale, oltre a detenere il monopolio del trasporto su rotaia francese è anche una società con debiti pari a 47 miliardi di euro. Un buco finanziario attori che compremetterebbe la sua competitività in un eventuale “mercato libero” dei viaggi in treno.
Leggi anche: Italo al centro di grandi manovre finanziarie
A questo si aggiunge la proposta di abolizione dello statuto dei lavoratori della ferrovia. Una serie di agevolazioni per i dipendenti di Snfc che oltre a garantire il lavoro per i neoassunti una volta assunti, e condizioni pensionistiche favorevoli prevede una lunga serie di vantaggi e agevolazioni come viaggi gratuiti sui treni di tutta la Francia.
Quella della Société Nationale rimane una delle questioni politiche più complicate che il governo francese abbia dovuto affrontare negli ultimi anni.
… e aerei costretti a rimanere a terra
Oltre ai treni lo sciopero ha coinvolto anche i controllori di volo e il personale di Air France. La Direction Générale de l’Aviation Civile ha chiesto alle linee aeree di ridurre di un quinto dei voli in partenza dalla Francia.
L’aeroporto di Orly, il secondo più grande di Parigi dopo il Charles de Gauelle, è stato quello che ha subito più cancellazioni, con migliaia di passeggeri lasciati a terra.
Leggi anche: EasyJet aggiunge otto nuove rotte dagli aeroporti italiani
Le conseguenze di un tilt all’interno di uno snodo aeroportuale importante come Parigi appaiono molto gravi se si pensa che durante il 2022 in Francia sono stati effettuati 144,81 milioni di viaggi aerei, in entrata ed in arrivo.
La Francia è uno snodo importante soprattutto per quanto riguarda le rotte internazionali, con 116,1 milioni di viaggiatori che hanno utilizzato gli aeroporti della Grande Nation per compiere i loro viaggi all’estero.
Leggi anche: Le 10 rotte aeree più trafficate del mondo