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Cessione Ita Airways: la Corte dei Conti ha detto sì. A gennaio la firma

29/12/2022

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Cessione Ita Airways: la Corte dei Conti ha detto sì alla pubblicazione del nuovo decreto per la privatizzazione, anche parziale, del vettore. A gennaio la firma. A fine giugno il closing

Dopo che la Corte dei Conti ha dato il suo ok alla registrazione del nuovo Dpcm per la modifica della procedura di privatizzazione di Ita Airways, si aspetta la firma per l’aumento di capitale riservato a Lufthansa nel mese di gennaio. Con il closing dell’operazione entro l’estate 2023.

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Il ministro Giancarlo Giorgetti, già tra i firmatari del decreto dello scorso marzo sulla privatizzazione di Ita in qualità di sottosegretario, sta seguendo in prima persone lo scottante dossier. E ha spinto per inserire nel nuovo decreto la vendita anche parziale del capitale del vettore (il che parrebbe un’ottima notizia per Lufthansa) e non l’obbligatorietà di cederne la maggioranza.

L’accordo dovrebbe infatti vedere l’entrata del vettore tedesco nel capitale di Ita, con una quota del 35/40%.

Quattro capisaldi per la privatizzazione di Ita Airways

Il nuovo decreto della presidenza dei ministri continua però a perseguire quattro capisaldi per la futura – la pista sembra ormai segnata – Ita-hansa. Ovvero la stabilità dell’assetto proprietario – con il Tesoro che dovrebbe ancora detenere la maggioranza -, la valorizzazione degli hub nazionali – o, meglio, dell’unico hub nazionale: Fiumicino -, lo sviluppo sui mercati, strategici e sul lungo raggio e dei posti di lavoro, e, sempre più importante, sulla dimensione industriale dell’integrazione.

Integrazione, ma anche taglio dei costi

Se da un lato i sindacati battono cassa, sottolineando che personale navigante e piloti sono pagati – come da accordi in fase di start-up – sotto la media del mercato, Lufthansa conti alla mano vuol una revisione dei costi del vettore, sperando nel contempo di rilanciare i ricavi.

Perché per entrambe le variabili, come ricorda anche Leonard Berberi sul Corriere della Sera, Ita ha perfomance peggiori della media delle compagnie che fanno parte del colosso tedesco, ovvero Air Dolomiti, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings – la low cost del gruppo – e Swiss.

Lufthansa esclusa, visto che ha un costo del lavoro, ma anche dei ricavi, ben più alti della media di gruppo.

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