Un segmento cambiato per sempre: i viaggi d’affari – nonostante siano ancora lontani dai volumi pre-pandemici, con circa il 30% del traffico in meno rispetto al 2019 secondo le stime di Zach Demuth di JLL a Hotelsmag – mantengono alta la redditività grazie ad un sostanziale cambio dell’idea della trasferta stessa. Non più un “tocca e fuggi”, bensì l’occasione per rallentare e (anche) godersi la meta.
Bleisure, termine ormai entrato nel vocabolario comune, che unisce l’utile al dilettevole e crea un nuovo business travel che presta maggiore attenzione alla qualità e anche alla quantità, dato che il soggiorno si prolunga oltre le giornate utili al solo business, strizza l’occhio alla sostenibilità e alla socialità, con la struttura alberghiera al centro di un’esperienza e non solo vista come base d’appoggio.
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Un viaggio d’affari “not as usual”
La pandemia ha rimodellato i modelli di viaggio e soprattutto l’attitudine dei viaggiatori, anche aziendali, facendo sì che a fronte di un moderato ritorno al viaggio per lavoro (il -30% di cui sopra), il fatturato sia sceso meno del 10%. Perché, semplicemente, si viaggia più a lungo e si spende di più.
Di questa opinione anche Cameron Spence, responsabile della consulenza per American Express Global Business Travel (Amex GBT): il nuovo modo di viaggiare può essere vista quindi anche come “una strategia per contribuire a realizzare una travel policy più sostenibile”. Le aziende infatti oggi devono anche confrontarsi con i report di sostenibilità e la rendicontazione delle proprie emissioni di CO2.
La redditività prima dei ritorno alla normalità
Jeannie Milazzo, Senior Consulting Manager di Amex GBT, ancora a Hotelsmag, ha delineato un ritorno ai livelli di spesa del 2019 quasi certamente prima del ritorno dei volumi in termini di pernottamenti: l’aumento del costo dei soggiorni (che dovrebbe continuare nel 2024) infatti permetterà alle aziende di tornare produttive ancor prima di aver riempito le strutture.
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FCM, tra le TMC, ha registrato una ripresa completa (addirittura superiore ai livelli pre-pandemia). Stessa impressione del gruppo Hilton, con una domanda tornata ai livelli del 2019, superando addirittura i livelli massimi del terzo trimestre dell’annata pre-Covid.
A cambiare sono anche i pattern di viaggio – lo rileva Brian Macaluso, vicepresidente delle vendite globali di Sonesta Hotels – perché oggi si lavora senza schemi: se fino a quattro anni fa le giornate predilette dal business travel erano il martedì e mercoledì, oggi non sono più i giorni di punta per i viaggi d’affari, che si spostano verso i weekend per approfittare della trasferta.
Cambia l’offerta alberghiera
Questi cambiamenti necessariamente stanno avendo un impatto sul prodotto alberghiero stesso: a partire dalle amenities relative al business (dal WiFi ad una scrivania in camera, fino alle più grandi sale meeting e servizi di streaming audio e video).
I viaggi d’affari diventano, soprattutto per le aziende più disseminate sul territorio, occasione per conoscersi e stringere legami – in due parole fare team building – e servono spazi e attività ad hoc, un’opportunità onnicomprensiva.
L’idea è quella di offrire esperienze ai viaggiatori aziendali che non vogliono restare nelle loro stanze una volta terminata la giornata lavorativa, soprattutto i viaggiatori d’affari della generazione Z e Millennial (un terzo prolunga il viaggio per svago e il 24% porta con sé un amico o un familiare). Anche la famiglia diventa importante durante il viaggio d’affari.
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